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Architettura bioclimatica: di cosa si tratta

Aprile 12, 2024by Ramona AllegriProgettazione0

Architettura bioclimatica: progettare case in simbiosi con la natura. Innanzitutto di cosa si tratta? È un modo di progettare edifici basato sullo sfruttamento dell’area circostante. Lo scopo del progetto è quello di essere il più efficiente possibile tenendo conto di tutti gli elementi disponibili localmente. L’obiettivo di questo tipo di architettura è quello di sfruttare al massimo le risorse naturali che abbiamo a disposizione (sole, vento, acqua) riducendo al minimo l’uso dell’energia elettrica e dei combustibili fossili. Grazie a questo otteniamo un’architettura sostenibile che fornisce comfort termico ed energetico ma non infligge alcun danno all’ambiente. In questo articolo vediamo quali sono le sue caratteristiche e qualche esempio di architettura sostenibile sparsa nel mondo.

architettura bioclimatica
Gli uffici bioclimatici di Nizza.

Architettura bioclimatica: le caratteristiche

Una delle caratteristiche di questo tipo di architettura è la minimizzazione dell’utilizzo delle fonti esterne di energia. Come può essere ottenuto? Attraverso diverse tecniche, ad esempio l’orientamento degli edifici in modo da sfruttare al massimo l’energia solare. L’uso di materiali a elevata capacità termica per accumulare calore durante le ore diurne e restituirlo durante le ore notturne. Poi si utilizzano vetrate isolate per massimizzare l’illuminazione naturale e ridurre quindi la dispersione di calore. Inoltre vengono utilizzati sistemi di raccolta dell’acqua piovana per poterla riutilizzare in casa. E l’uso di sistemi di raffreddamento passivi come l’ingresso di aria fresca attraverso lucernari o finestre.

Un altro aspetto molto importante è la progettazione degli spazi interni, realizzati in modo da massimizzare il comfort degli abitanti. Questo si ottiene attraverso una corretta distribuzione degli ambienti, usando materiali salubri e naturali, scegliendo colori e materiali che favoriscono la percezione di comodità. Poi vengono utilizzati sistemi di riscaldamento e raffrescamento a basso consumo energetico e sistemi di illuminazione naturale che riducono al minimo il consumo di energia elettrica.

La posizione è uno degli aspetti più importanti quando si pianifica un progetto bioclimatico. Prima di tutto si prendono in considerazione le caratteristiche bioclimatiche della zona: bisogna conoscere bene il clima, le precipitazioni, le temperature, l’umidità, le ore di sole ecc. Questo fattore è molto importante per stabilire l’orientamento dell’edificio, ad esempio in un clima freddo è importante l’esposizione a sud, così come l’utilizzo di materiali traslucidi che lasciano passare la radiazione solare per ottenere luce e calore in inverno. Si può inoltre sfruttare il sole installando dei pannelli solari.

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L’inserimento di zone verdi negli edifici è fondamentale.

Un grande aiuto contro il cambiamento climatico

L’architettura bioclimatica è molto importante per rispondere alle sfide imposte dal cambiamento climatico. Infatti progettare questo tipo di edifici è fondamentale per ridurre le emissioni di gas serra e adattarsi ai cambiamenti del clima in corso. Oltretutto, questa architettura contribuisce a migliorare la qualità dell’aria interna degli edifici, riduce l’impiego di materiali tossici e favorisce la presenza di sistemi di ventilazione naturale. Un vero toccasana per la nostra salute!

Si ritorna un po’ ai tempi antichi, quando venivano utilizzate numerose risorse per avere case più calde in inverno e più fresche in estate: dall’imbiancare i muri dei villaggi andalusi per evitare che si surriscaldino, alle case esposte a sud nei climi freddi.

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Questa tipologia di edifici permette di consumare meno energia e meno acqua rispetto ad un edificio tradizionale.

 

Esempi di architettura bioclimatica nel mondo

Vi faccio l’esempio del complesso “Las Caléndulas” situato nel comune di Jun nel cuore della Vega di Granada. Questo complesso di 25 case è stato costruito nel 2005 ed è diventato un punto di riferimento in questo tipo di costruzione, che ritorna a soluzioni antiche con innovazioni all’avanguardia per creare edifici efficienti che rispettano l’ambiente in cui sono situati. Hanno una cisterna ecologica sul tetto che isola le case dalle temperature estreme e sfrutta al massimo l’acqua piovana decongestionando i sistemi di evacuazione dell’acqua della casa che vanno alla rete sanitaria.

Il patio ha una posizione essenziale che dipende dalla direzione dei venti dominanti: fornisce luce solare naturale e una ventilazione trasversale. Per costruire questi edifici sono stati utilizzati materiali sostenibili a basso impatto ambientale, come i blocchi di argilla termica. Grazie a questi sistemi gli edifici sono stati classificati con un elevato livello di energia rinnovabile, infatti l’energia utilizzata in queste case proviene dal vento o dal sole. I costi delle bollette dei residenti sono veramente bassi. Rispetto ad una casa standard consumano il 70% in meno di elettricità e il 35% in meno di acqua.

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Terreno edificabile: tutto quello che devi sapere

Marzo 29, 2024by Veronica PerottoProgettazione0

Se vogliamo costruire la nostra abitazione da zero il primo passo da fare è acquistare un terreno edificabile. Ecco tutto quello che dovresti sapere a riguardo, come scegliere quale comprare, come calcolarne il valore, quali sono i costi da sostenere.

Terreno edificabile: definizione

Un terreno si definisce edificabile quando soddisfa i requisiti minimi imposti per legge e può essere utilizzato per scopi edificatori.

Terreno edificabile
Terreno edificabile

Il passaggio da terreno agricolo a terreno edificabile porta numerosi vantaggi e il valore del bene aumenta notevolmente. In particolar modo il terreno agricolo viene tassato sulla base del reddito dominicale ed è iscritto al catasto dei terreni. Il terreno edificabile, invece, viene tassato sulla base del reddito generato, che solitamente è maggiore del reddito dominicale.

Requisiti di un terreno edificabile

Per far si che un terreno venga considerato edificabile, questo deve rispettare una serie di requisiti urbanistici previsti dalle autorità competenti. Lo strumento urbanistico adottato è quello del comune di riferimento, indipendentemente dall’approvazione della regione e dagli strumenti attuativi o piani specifici.

Terreno edificabile
Terreno

I requisiti da rispettare sono:

  • Zonizzazione: essa stabilisce il tipo di costruzioni consentite in una determinata area, che possono essere di tipo residenziale, commerciale o industriale.
  • Piano regolatore e piano urbanistico: sono gli strumenti di pianificazione che ci forniscono le indicazioni specifiche per quella determinata area. Queste indicazioni possono riguardare: l’altezza massima degli edifici, l’area di ingombro, la densità abitativa, i servizi, le norme riguardo la distanza dagli altri edifici, ecc.
  • Servizi e infrastrutture: il terreno deve avere accesso ai servizi minimi indispensabili, quali acqua, elettricità, strade e fognatura.
  • Vincoli ambientali e paesaggistici.

I requisiti da rispettare variano da zona a zona, da regione a regione, ma anche da un comune all’altro.

Valore del terreno edificabile

Innanzitutto è sempre bene ricordare che i terreni edificabili hanno un valore maggiore dei terreni agricoli e di conseguenza costano di più.

Terreno edificabile
Terreno

Sono diversi gli elementi che influenzano il valore del terreno in questione. Uno di questi elementi è l’indice di fabbricabilità, ovvero quanto è possibile costruire su quel determinato terreno. L’indice di fabbricabilità è dato dal rapporto tra la cubatura edificabile e la superficie totale del terreno.

A questo elemento se ne aggiungono altri, come: il prezzo del lotto al metro quadro, la superficie totale del terreno, il valore del mercato al metro quadro nella zona dove si trova il terreno, le condizioni economiche del momento in cui avviene la compravendita.

Il valore, e quindi il costo di un terreno edificabile, varia molto da zona a zona.

Costi da sostenere al momento dell’acquisto

Nel momento in cui decidiamo di acquistare un terreno edificabile ci sono una serie di spese che dobbiamo sostenere e queste spese sono tutte a carico dell’acquirente.

  • Imposta di registro.
  • Imposta ipotecaria.
  • Visure ipotecarie, catastali e camerali.
  • Imposta catastale.
  • Tassa per l’archivio notarile.

Declassazione del terreno

Come abbiamo detto il terreno edificabile ha un valore notevolmente maggiore di un terreno agricolo. Ma in alcuni casi è possibile e opportuno declassarlo. Ma quali sono le motivazioni che potrebbero portare alla declassazione del nostro lotto di terra edificabile?

  • Cambiamento della pianificazione urbana: le autorità locali potrebbero decidere di modificare il piano urbano perché, ad esempio, la comunità potrebbe aver bisogno di maggiori aree verdi o agricole, anziché di aree edificabili.
  • Riduzione della domanda di sviluppo: succede quando la domanda di nuove costruzioni si riduce e le autorità locali decidono di diminuire le aree edificabili.
  • Tutela ambientale: succede se c’è la necessità di tutelare la biodiversità del terreno o per ridurre il rischio di catastrofi naturali se, ad esempio, il terreno è a rischio idrogeologico.
  • Limitazioni tecniche e infrastrutturali: quando lo sviluppo edilizio è difficile e costoso.

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Mini guida alle categorie catastali

Febbraio 2, 2024by Veronica PerottoProgettazione0

Con le categorie catastali siamo in grado classificare gli immobili in base alle loro caratteristiche e alla loro destinazione d’uso. Scopriamo insieme quali sono.

Introduzione delle categorie catastali in Italia

Le categorie catastali in Italia sono state introdotte nel 1939, con il Decreto Regio n. 652, e da allora ci permettono di classificare le caratteristiche e la destinazione d’uso degli immobili.

Categorie catastali
Categorie catastali

“Accertamento generale dei fabbricati urbani, rivalutazione del reddito e formazione del nuovo catasto edilizio urbano” – Decreto Regio n.652.

Come conoscere la categoria catastale del proprio immobile

Conoscere la categoria catastale del proprio immobile è fondamentale per definirne la rendita catastale e calcolare il reddito imponibile secondo la tassazione.

Per conoscere la categoria del proprio immobile è sufficiente una visita al catasto del proprio comune o la verifica grazie al servizio online (non disponibile in tutti i comuni).

Gli unici dati che ci occorrono sono l’indirizzo dell’immobile, il nome e il cognome del proprietario e il suo codice fiscale.

Elenco categorie catastali in Italia

In Italia le categorie catastali sono divise in gruppi che vanno dalla A alla F. I gruppi A, B e C sono dedicati agli immobili a destinazione ordinaria, ovvero quelli del settore residenziale, ad uso urbano e del settore terziario. Solitamente sono queste le categorie che ci interessano.

Categorie catastali
Categorie catastali

Ci sono poi i gruppi D, E ed F che sono dedicati agli immobili a destinazione speciale, ovvero le grandi strutture produttive, come i centri commerciali, gli ospedali o le banche, le attività pubbliche e i luoghi di culto e gli immobili a categoria catastale fittizia.

Immobili a destinazione ordinaria

Come dicevamo, gli immobili a destinazione ordinaria sono quelli facenti parte dei gruppi A, B e C.

Nel gruppo A troviamo gli immobili del settore residenziale, così divisi:

  • A/1: Abitazioni di tipo signorile.
  • A/2: Abitazioni di tipo civile.
  • A/3: Abitazioni di tipo economico.
  • A/4: Abitazioni di tipo popolare.
  • A/5: Abitazioni di tipo ultrapopolare.
  • A/6: Abitazioni di tipo rurale.
  • A/7: Abitazioni in villini.
  • A/8: Abitazioni in villa.
  • A/9: Castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici.
  • A/10: Uffici e studi privati.
  • A/11: Abitazioni o alloggi tipici dei luoghi.

Nel gruppo B troviamo gli immobili a uso urbano, ovvero destinati alla collettività. Essi sono così divisi:

  • B/1: Collegi e convitti, educanti, ricoveri, orfanotrofi, ospizi, conventi, seminari, caserme.
  • B/2: Case di cura e ospedali senza fine di lucro.
  • B/3: Prigioni e riformatori.
  • B/4: Uffici Pubblici.
  • B/5: Scuole e laboratori scientifici.
  • B/6: Biblioteche, pinacoteche, musei, gallerie, accademie, circoli ricreativi e culturali e attività similare senza scopo di lucro.
  • B/7: Cappelle ed oratori senza scopo di culto.
  • B/8: Magazzini sotterranei.

Nel gruppo C, infine, troviamo tutti gli esercizi del settore terziario, così divisi:

  • C/1: Negozi e botteghe.
  • C/2: Magazzini e locali di deposito.
  • C/3: Laboratori per arti e mestieri.
  • C/4: Fabbricati e locali per esercizi sportivi.
  • C/5: Stabilimenti balneari e di acque curative.
  • C/6: Stalle, scuderie, rimesse e autorimesse.
  • C/7: Tettoie chiuse o aperte.

Immobili a destinazione speciale o particolare

Nei gruppi D, E ed F, invece, troviamo gli immobili a destinazione speciale o particolare.

Nel gruppo D troviamo le grandi strutture produttive, così divise:

  • D/1: Opifici.
  • D/2: Alberghi e pensioni.
  • D/3: Teatri, cinematografi, sale per concerti e spettacoli.
  • D/4: Case di cura e ospedali.
  • D/5: Istituti di credito, cambio e assicurazione.
  • D/6: Fabbricati e locali per esercizi sportivi.
  • D/7: Fabbricati costruiti o adattati per le speciali esigenze di un’attività industriale.
  • D/8: Fabbricati costruiti o adattati per le speciali esigenze di un’attività commerciale.
  • D/9: Edifici galleggianti o sospesi assicurati a punti fissi del suolo.
  • D/10: Fabbricati per funzioni produttive connesse alle attività agricole.

Nel gruppo E troviamo le attività pubbliche e i luoghi di culto, così divisi:

  • E/1: Stazioni terrestri, marittime e aeree.
  • E/2: Ponti soggetti a pedaggio.
  • E/3: Costruzioni per speciali esigenze pubbliche.
  • E/4: Recinti chiusi per speciali esigenze pubbliche.
  • E/5: Fortificazioni.
  • E/6: Fari, semafori, torri per l’orologio comunale.
  • E/7: Fabbricati destinati ai culti.
  • E/8: Fabbricati all’interno dei cimiteri.
  • E/9: Edifici a destinazione particolare.

Infine, nel gruppo F troviamo gli immobili i quali non hanno ancora un’altra categoria catastale assegnata e sono in attesa di ricevere una categoria specifica.

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Barriere architettoniche: leggi e criteri obbligatori

Gennaio 26, 2024by Veronica PerottoProgettazione0

Oggi vediamo insieme quali sono le leggi e i criteri obbligatori per l’abbattimento delle barriere architettoniche nell’edilizia, sia pubblica che privata, al momento della creazione di un nuovo edificio o al momento di una ristrutturazione.

Cosa sono le barriere architettoniche

Ci sono delle cose che noi diamo per scontato, come salire qualche gradino di una scala o un ascensore stretto, che possono diventare un limite invalicabile per molte persone con disabilità.

Barriere architettoniche
Barriere architettoniche

Si stima che ci siano circa 87 milioni di persone con disabilità nell’Unione Europea. Le barriere architettoniche impediscono a queste persone di partecipare alla normale attività sociale nelle proprie città.

“La barriera architettonica è un ostacolo fisico, qualunque elemento costruttivo che impedisca, limiti o renda difficoltoso gli spostamenti, la mobilità o la fruizione di parti, attrezzature o servizi, specialmente da parte di persone con ridotta capacità motoria o sensoriale”.

Le barriere architettoniche in Italia

In Italia si inizia a parlare concretamente dell’abbattimento delle barriere architettoniche negli anni ’70, a seguito della Conferenza Internazionale di Stresa.

Tuttavia, già dall’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana, nel 1948, l’Italia si è posta come obiettivo quello di aiutare le minoranze, come si può leggere nell’art. 3 della Costituzione:

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Norme di riferimento nazionali

Sono tre le principali norme di riferimento che regolano la progettazione nell’ambito dell’edilizia sia pubblica che privata:

  • La legge 13/89: Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati.
  • La circolare ministeriale n.1669 del 22/06/1989.
  • Il DM 236/89: Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visibilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche.

Requisiti di qualità

Al momento della progettazione di un nuovo edificio attento alle tematiche dell’abbattimento delle barriere architettoniche bisogna tenere conto di alcuni requisiti minimi di qualità. Tali requisiti sono necessari per garantire anche alle persone con ridotta mobilità la fruizione di tutti gli spazi.

Barriere architettoniche
Barriere architettoniche

I requisiti sono riportati nel DM 236/89:

  • Accessibilità: è la possibilità per le persone con ridotta capacità motoria o sensoriale di accedere all’edificio e alle singole unità abitative e di fruire di tutti gli spazi e servizi in sicurezza e autonomia.
  • Visitabilità: è la possibilità per le persone con ridotta capacità motoria o sensoriale di accedere agli spazi di relazione sociale e ai servizi igienici.
  • Adattabilità: è la possibilità di modificare lo spazio nel tempo per renderlo in futuro completamente accessibile e fruibile anche da persone con ridotta capacità motoria o sensoriale.

L’accessibilità è il livello maggiore, il quale rende tutta la struttura fruibile alle persone con ridotta capacità motoria o sensoriale. La visitabilità è un livello intermedio, mentre l’adattabilità è il livello più basso e prevede la possibilità di rendere l’edificio accessibile in futuro, anche se al momento non lo è.

Gli edifici residenziali unifamiliari e plurifamiliari hanno il solo obbligo dell’adattabilità. Le singole unità immobiliari di edilizia residenziale devono essere adattabili e visitabili. Tuttavia, le aree comuni devono essere accessibili, con l’obbligo di ascensori per gli edifici che superano i tre piani.

Soluzioni per abbattere le barriere architettoniche

Spesso le singole unità immobiliari e le residenze unifamiliari presentano delle barriere architettoniche che, sebbene non regolamentate dalle leggi, creano degli impedimenti alle persone con ridotta capacità motoria o sensoriale.

Per abbattere queste barriere esistono diverse soluzioni più o meno invasive, come i montascale o i mini ascensori.

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