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Category: Elettrico

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Cos’è la cogenerazione

Maggio 10, 2024by Veronica PerottoElettrico0

La cogenerazione è la produzione combinata di energia elettrica e termica, a partire da una sola fonte di energia. Grazie a essa possiamo ottenere maggiore efficienza e sostenibilità. Scopriamola insieme.

Cogenerazione: definizione

Come si legge dal decreto legislativo 16 marzo 1999, n°79, articolo 2, comma 8, la cogenerazione è “la produzione combinata di energia elettrica e calore alle condizioni definite dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, che garantiscono un significativo risparmio di energia rispetto alle produzioni separate”.

Cos’è la cogenerazione

Questo sistema utilizza un solo impianto, il quale viene alimentato da una sola fonte di energia primaria, per produrre contemporaneamente energia elettrica e termica.

Cogenerazione
Cogenerazione

In questo modo si garantisce un migliore rendimento energetico e, allo stesso tempo, l’energia termica prodotta dai processi di combustione non viene dissipata nell’ambiente, migliorando la sostenibilità dell’impianto stesso.

Normalmente un impianto che produce energia elettrica produce comunque una parte di calore, che viene normalmente dissipata nell’ambiente. Grazie a questa tecnologia, quella parte di calore viene recuperata e riutilizzata, con un notevole risparmio economico ed energetico.

Cogenerazione ad alto rendimento

La direttiva europea 2012/27 definisci i criteri secondo i quali un impianto di cogenerazione può essere definito ad alto rendimento. Tali criteri sono:

  • I risparmi di energia primaria prodotti devono essere pari ad almeno il 10% dei valori di riferimento per la produzione separata di energia elettrica e calore.
  • La produzione mediante unità di piccola e micro cogenerazione che forniscono un risparmio di energia può essere definita ad alto rendimento.

Come funziona un impianto

Partiamo da una normale centrale elettrica. Questa produce elettricità riscaldando l’acqua fino al punto di ebollizione, producendo del vapore, il quale azione una turbina che genera elettricità.

Cogenerazione
Cogenerazione

Per riscaldare l’acqua viene utilizzato un combustibile, che può essere carbone, petrolio o gas. Viene da sé che, in ogni fase di questo processo, c’è un grande spreco di energia.

Il calore generato, infatti, viene normalmente disperso nell’ambiente. Questo spreco può arrivare fino al 60% di energia.

Un impianto di cogenerazione recupera quel calore disperso nelle fasi di produzione dell’energia elettrica, convogliando l’acqua calda a un consumatore.

In questo modo lo spreco di energia scende a solo il 10% – 30%, con un notevole miglioramento dell’efficienza energetica.

Tipi di cogenerazione

Esistono diverse tipologie di cogenerazione. Eccone alcune:

  • Motore con turbina a gas: il calore derivante dai gas di scarico delle turbine viene riutilizzato, durante il processo attraverso il quale l’energia meccanica derivante dal gas fa muovere l’alternatore.
  • Motore a combustione interna: il calore viene recuperato attraverso il sistema di raffreddamento del motore o dal recupero dei gas di scarico.
  • Motore a biocombustibile: vengono utilizzati biocarburanti, riducendo il consumo di combustibili fossili e le conseguenti emissioni di carbonio.
  • CHP con turbina a vapore: utilizza l’impianto di riscaldamento come condensatore di vapore per la turbina.

Vantaggi

I vantaggi di questo tipo di impianti sono molteplici, a partire dal notevole risparmio economico ed energetico, a favore dell’efficienza energetica e della sostenibilità.

Ecco i principali vantaggi riscontrabili con questo sistema:

  • Migliore efficienza nel consumo energetico, grazie alla combinazione della produzione di due energie in un unico generatore.
  • Riduzione dei costi per l’energia.
  • Riduzione delle emissioni.
  • Diminuzione del rischio di interruzioni di corrente.
  • Incentivi economici per i progetti di efficienza energetica.
  • L’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, come biomassa.
  • Soddisfare le esigenze di tutti i tipi di utenti.
  • Riduzione della dipendenza energetica.
  • Promozione dell’autosufficienza energetica.
  • Riduzione dell’importazione di energia.

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Comunità energetica, energia condivisa

Dicembre 22, 2023by Alice LavorattiElettrico0

Quest’anno è stato convertito in legge il Decreto Milleproroghe 162/2019 che ha introdotto in Italia la Comunità Energetica Rinnovabile. Tale sistema è previsto anche dalla Direttiva Europea RED II (2018/2001/UE). In questo articolo scopriremo che cos’è una comunità energetica e come può essere utile per creare energia condivisa.

Che cos’è una comunità energetica?

Una comunità energetica è un’associazione di cittadini, pubbliche amministrazioni, piccole e medie imprese, etc. I componenti decidono di unire le proprie forze per produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale.

Grazie a questo sistema si crea una rete decentralizzata in cui viene richiesta la partecipazione attiva e consapevole di ogni membro. Da contratto, ognuno è operante in tutte le fasi di produzione, consumo e scambio dell’energia.

L’obiettivo primario è quello di promuovere una gestione sostenibile dell’energia che vada ad inserirsi all’interno di un nuovo modello energetico. Tale modello sfrutta l‘innovazione tecnologica e la digitalizzazione.

comunità energetica
Perché le comunità energetiche sono il futuro dell’energia rinnovabile? Lo scopriamo in questo articolo.

Le comunità energetiche rinnovabili garantiscono la riduzione degli sprechi energetici. Non solo. Promuovono anche la condivisione di un bene primario ad un prezzo più che concorrenziale. La loro diffusione permetterà di soddisfare il fabbisogno energetico della popolazione con la conseguente promozione di nuovi modelli socio economici. Questi modelli sfruttano la sostenibilità e la circolarità abbattendo l’utilizzo dei combustibili fossili.

Ma come funzionano le comunità energetiche? Come vedremo nei prossimi paragrafi ci sono alcuni passi specifici da compiere e gli attori di questo processo si ritrovano coinvolti in un progetto unitario volto a migliorare il loro stile di vita.

Fase uno: costituzione di un’entità legale

Il primo step per creare una comunità energetica è quello di costituire un’entità legale tra i futuri soci della comunità. Per legge lo scopo di questa associazione non può essere il profitto. Ecco perché le forme di costituzione legale adottate più comunemente sono l’associazione riconosciuta o la Cooperativa.

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L’ambiente deve essere salvaguardato con l’uso di energie rinnovabili come quella eolica.

Come secondo step è quello di individuare l’area in cui si andrà ad installare l’impianto o gli impianti di produzione, che dovranno trovarsi in prossimità dei consumatori diretti.

Per fare un esempio, se la comunità energetica viene istituita tra pubbliche amministrazioni, l’impianto fotovoltaico potrà essere installato sullo stabilimento del Comune. L’importante è che coloro che sottoscrivono il patto costitutivo possano usufruire dell’energia condivisa prodotta dall’impianto.

L’impianto non dovrà comunque necessariamente essere di proprietà della comunità, ma potrà essere messo a disposizione da parte anche di un soggetto terzo.

A questo punto non ci resta che capire come funzionano le comunità energetiche una volta messo in esercizio l’impianto. Nei prossimi paragrafi scopriremo questo dettaglio e vedremo quali sono le potenzialità di questa associazione.

Come funziona una comunità energetica?

Una volta che l’impianto è reso attivo, la comunità energetica può fare istanza al gestore dei servizi energetici per ottenere gli incentivi previsti dalla legge per l’energia condivisa. Tali incentivi, per legge, sono riconosciuti soltanto sull’energia condivisa ovvero quella consumata dai membri nella stessa fascia oraria di produzione.

Se la produzione è superiore al consumo, l’energia eccedente verrà immagazzinata in sistemi di accumulo per poi essere utilizzata quando le fonti rinnovabili non potranno essere utilizzate.

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Il fotovoltaico rappresenta il sistema più utilizzato per creare energia rinnovabile.

Ciascuna comunità poi stabilisce liberamente attraverso un contratto di diritto privato come ripartire fra i membri i ricavi derivanti dall’energia prodotta.

L’esempio più facile che possiamo portare è quello di ripartire i guadagni della vendita dell’energia in eccesso in modo uguale tra i soci senza privilegiare nessuno. Incentivi invece verranno sfruttati da coloro che si sono adoperati affinché i consumi fossero aderenti alle disposizioni di legge.

In pratica, ogni membro della comunità continuerà a pagare per intero la bolletta al proprio fornitore. Periodicamente riceverà dalla comunità un importo per la condivisione dei benefici garantiti. Visto che questo importo non è passato, sarà l’equivalente di una riduzione in bolletta che permetterà un risparmio notevole dal punto di vista energetico ed economico nell’arco di un anno solare.

Vantaggi e benefici

Come abbiamo visto, una comunità energetica di fatto a non solo un impatto positivo sull’ambiente ma anche sulle persone coinvolte. Grazie ai meccanismi di incentivazione le comunità energetiche saranno in grado di produrre un reddito energetico da redistribuire risparmiando in termini di consumi e costi in bolletta.

C’è poi il beneficio ambientale della diffusione dell’energia rinnovabili, in particolare degli impianti fotovoltaici, che a loro volta implicano una diminuzione delle emissioni di CO2 responsabili dell’effetto serra.

Dal punto di vista sociale, invece, questo sistema stimola l’aggregazione sul territorio ed educa i cittadini ad una cultura rivolta alla sostenibilità urbana e a quella ambientale. Di fatto, si va a promuovere la diffusione di modelli di inclusione e collaborazione che aiutano le persone e il territorio.

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Piano ad induzione: come sceglierlo

Marzo 14, 2023by Alice LavorattiElettrico0

Se state pensando di rifare la vostra cucina e di passare ad un piano ad induzione state facendo la scelta giusta. Prima di scegliere quello più adatto alle vostre esigenze però vi consigliamo di considerare alcuni elementi. In questo articolo una piccola guida con qualche consiglio dell’esperto che non guasta mai.

Piano ad induzione: una scelta intelligente

Indubbiamente quella del piano ad induzione è una tecnologia innovativa che punta a farvi risparmiare. Questo perché non userete il gas e cucinerete con la metà del tempo. 

Avrete a disposizione una cucina moderna, pratica ed efficiente, che strizza l’occhio all’ambiente. Ci sono ovviamente anche dei contro nello scegliere questo tipo di piano cottura. Quello che però dovete considerare anzitutto è che potrete sperimentare nuovi prodotti, variare la vostra dieta con ricette nuove e veloci, ma soprattutto che ormai comprare questo tipo di elemento cucina non è più costoso come una volta.

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Perché scegliere un piano ad induzione? Ve lo spieghiamo qui

Nei prossimi paragrafi andremo a valutare le specifiche e le caratteristiche di questo tipo di piano. Speriamo che la nostra valutazione possa esserti utile per valutare se acquistare o meno un piano ad induzione per la tua nuova cucina.

Come funziona?

Vediamo anzitutto cos’è e come funziona il piano ad induzione. Si tratta di un piano cottura che sfrutta il principio dell’induzione elettromagnetica per riscaldare pentole e padelle in pochi secondi e cucinare le pietanze nella metà del tempo del piano cottura classico.

Il fornello infatti non permette una cottura veloce. Non solo: il problema dei classici fornelli a gas è che si puliscono male e non sono più efficienti da un punto di vista energetico. Per questo motivo, l’induzione al momento è sicuramente la scelta migliore quando si decide di rifare la cucina.

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Il fornello classico è ormai obsoleto. Una scelta poco green che vi fa spendere troppi soldi

Inoltre, è anche più sicuro. Non ci sono fiamme libere e il piano si surriscalda, ma diffonde la temperatura all’esterno in maniera graduale. Per questo motivo, se capita per sbaglio di passarci sopra la mano, sentiremo caldo, ma non ci scotteremo.

Il piano ad induzione consuma poco

Rispetto al classico piano cottura, l’induzione vi farà risparmiare non solo tempo, ma anche soldi. Infatti, il riscaldamento è rapido, la diffusione del calore è lenta, quindi andrete a far bollire l’acqua della pasta in pochi secondi e potrete poi decidere di continuare la cottura a fuoco spento.

Con il piano ad induzione ridurrete al minimo le spese. Inoltre, andrete a risparmiare gas e a far del bene all’ambiente. In linea con la nuova tendenza di una casa sempre più ecosostenibile, scegliere di cambiare il piano cottura con una soluzione come questa vi porterà notevoli vantaggi.

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Per una cucina moderna e smart, passare al piano ad induzione è il modo migliore

C’è un “però”. Le pentole per questo tipo di piano devono avere un fondo specifico. Deve essere ferroso o d’acciaio. Deve essere fatto di materiali che risentono dell’effetto elettromagnetico. Per questo, cambiando il piano cottura dovrete anche cambiare tutte le vostre pentole e padelle. Spederete un po’ di più, ma ammortizzerete il costo nel tempo.

Come scegliere il piano giusto?

Prima di tutto dovrete valutare dimensioni, numero di fuochi e funzionalità. Assicuratevi poi che i sistemi di sicurezza della vostra cucina permettano di sostituire i fornelli con il piano ad induzione.

Dopo aver fatto queste valutazioni considerate il voltaggio richiesto per l’installazione di questo tipo di piano cottura. Controllate quindi il vostro contratto dell’energia elettrica e valutate un aumento del kilovattaggio (vi serviranno almeno 4,5 kW).

A questo punto decidete in base alle vostre esigenze. Quanto cucinate? Tanto? Poco? Quanti fuochi attivi vi servono? Se non avete grandi esigenze vi basterà un piano base, con la gestione touch della temperatura. Se invece siete persone multitasking che vogliono cucinare mentre puliscono, dovrete scegliere un piano ad induzione con funzioni di programmazione e timer.

Le scelte sono tante. In commercio ormai si trovano diverse tipologie di induzione. Alcuni di questi piani cottura hanno addirittura il controllo integrato tramite dispositivo mobile (per attivare la cottura dallo smartphone quando uscite da lavoro).

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Smart Home: come rendere intelligente la casa

Gennaio 21, 2023by Ramona AllegriElettrico0

Smart Home: come rendere intelligente la casa e diventare cittadini digitali e consumatori più consapevoli. Vediamo insieme cosa comporta avere una casa smart. Partiamo da questa parola: “smart”, cosa significa? È un aggettivo che sentiamo spesso riferito a cellulari, televisioni, orologi, elettrodomestici. Ogni oggetto diventa capace di comprendere e adattarsi a situazioni sempre nuove e diverse. Questo sta accadendo anche con gli eco-sistemi come le reti elettriche, le case e addirittura le città intelligenti.

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Le case diventano sempre più smart grazie all’aggiunta della domotica.

Smart Home: la rivoluzione intelligente

È iniziata la rivoluzione intelligente, un circolo che coinvolge in maniera virtuosa l’innovazione tecnologica ad un utilizzo più consapevole. Un ottimo punto di partenza per iniziare con questa evoluzione nella vostra vita è sicuramente la vostra casa.

La smart home è una casa intelligente dove potrete avere il controllo attivo grazie all’Internet of Things (IoT) sulle sue differenti componenti. Potenzialmente con questa tecnologia si può rendere smart qualsiasi oggetto, questo succede grazie ad un microchip che viene posto al loro interno abilitandoli alla connessione internet. In questo modo l’utente può personalizzare la sua casa secondo le sue esigenze ed interagire da remoto.

È il modo ottimale per avere la propria casa adatta ai suoi gusti, bisogni e abitudini. L’approccio smart diventa anche un occasione per essere più consapevoli dei propri consumi, dell’impatto di carbonio sull’ambiente e della provenienza della fonte energetica. Diventerete parte del futuro e di una Community Energetica sempre più rispettosa e consapevole del nostro pianeta.

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Quali sono le basi per rendere una casa smart? Vediamole insieme.

Le basi per rendere la casa davvero Smart

Il primo elemento fondamentale per avere una casa intelligente è sicuramente Internet. Infatti questa connessione rende possibile la formazione di una rete virtuale tra tutti gli oggetti smart presenti nella casa, un sistema non invasivo (a differenza della prima domotica), in continuo aggiornamento e sicuramente più economico.

La scelta del Gateway è il secondo passaggio, cioè il cuore di tutto il sistema smart. Si tratta in parole povere di u router che permette il dialogo e la connessione di più periferiche a distanza. Molto importante è la sicurezza domestica quando si tratta di una casa intelligente. Può essere un controllo video oppure un controllo tramite dei sensori che rilevano fuoriuscite di gas oppure se l’erogazione dell’energia elettrica è continua oppure no. Infatti un sistema smart può verificare la quantità di energia consumata, se si trova vicino al superamento della soglia contrattuale spegnendo così in automatico il dispositivo e avvisandovi tramite App in modo da prevenire il distacco della corrente.

Un altro settore che è diventato un vero e proprio must have è sicuramente l’illuminazione smart. Alcuni kit vi permettono di deciderne l’accensione, di cambiare colore o intensità oppure di creare un intero ecosistema che si può controllare in maniera vocale. Potete monitorare a distanza la vostra illuminazione ottimizzando la sua resa.

Nei vari ambienti è possibile regolare anche la temperatura da remoto. Basta acquistare e installare un termostato smart e decidere direttamente dallo smartphone che temperatura impostare, accendere o spegnere il riscaldamento e programmare anche un timer. Caldaia, climatizzatore o riscaldamento si possono collegare alla App aiutandovi ad ottimizzare i vostri consumi. Ad esempio il Google Nest Thermostat ha la capacità di apprendere e adattarsi alle vostre abitudini grazie al sistema machine learning.

Infine gli elettrodomestici, in commercio ora c’è un vero e proprio boom di lavatrici, frigoriferi, televisioni e tanto altro smart. Un elettrodomestico con IoT può essere monitorato anche a distanza e anche controllato. Ad esempio la lavatrice LG ThinQ ha un sistema di sensori di rilevamento di peso e volume del carico, stabilisce il tipo di lavaggio anche in base al tipo di tessuto e avvisa se il peso è sbilanciato.

In alternativa, se non volete acquistarne di nuovi perché non hanno ancora esaurito il loro ciclo di vita, potete rendere smart i vostri apparecchi grazie alla smart plug. Si tratta di una presa intelligente con collegamento Wi-Fi che vi dà modo di controllare e monitorare i consumi dell’elettrodomestico tramite lo smartphone.

Tutte queste cose possono essere controllate anche con comando vocale tramite i dispositivi come Amazon Echo o Google Home. Meno conosciuti ma comunque utilizzati ci sono anche i sistemi della Apple e della Xiaomi. Sta prendendo sempre più piede questa modalità per la semplicità e la velocità della risposta comando-azione.

Un esempio di sistema smart completo per la casa può essere quello della Kemple, in questo video potete vedere il reale funzionamento di una casa completamente intelligente.

Le smart home in pratica stanno diventando il futuro dell’abitare, siamo solo all’inizio ci sono tantissime cose ancora da scoprire. Se aggiungete l’impianto fotovoltaico e un sistema di accumulo energetico potrete ottenere la consapevolezza del vostro profilo energetico e sfruttarlo al massimo potenziale gestendo i vostri consumi in maniera attiva. In questo modo farete certamente parte della Energy Community.

 

 

 

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