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Shabby chic: nuova vita ai mobili vecchi

Febbraio 14, 2023by Alice LavorattiDecorazioni0

Ormai la pratica dello Shabby Chic non è più una moda nuova. In molti decidono di dare nuova vita a mobili antichi utilizzando tinte in tono provenzale o accessori in finta decapatura. Oggi vediamo insieme come “shabbare” vecchi mobili per renderli adatti ad ambienti più moderni.

Shabby chich e legno

Il materiale prediletto dello stile Shabby chic è il legno. Questo perché è anche il materiale più duttile, quello che con il tempo può essere rimodellato e tornare come nuovo.

Con la plastica, il vetro o il plexiglass diventa difficile dare nuova vita: pensate che solo per ri-colorare uno di questi materiali avrete bisogno di pre-trattare le superfici e scegliere tinte ad hoc (che spesso costano come un mobile nuovo). Ecco perché spesso si va nei mercatini dell’usato o dell’antiquariato e si sceglie un vecchio mobile in legno.

shabby chic come fare
Lo Shabby chic crea ambienti che usano il vecchio per dare nuova vita ad ambienti moderni

Il legno è eterno (o quasi). Sicuramente anche avrete bisogno di seguire dei passaggi importanti, ma un mobile in legno può essere rivisitato tante volte nel corso del tempo. Come fare? Lo vediamo nei prossimi paragrafi.

Nuova vita con le tecniche giuste

Per dare nuova vita ai vostri mobili in legno ci sono diverse tecniche che potete utilizzare. Shabbare un oggetto d’arredamento significa renderlo attuale. L’obiettivo è farlo diventare un elemento di design. Lo Shabby chic è uno stile che vede gli ambienti creati ad immagine e somiglianza di chi li vive. Ambienti moderni e sofisticati, creati con mobilia di altre epoche.

Una delle tecniche più utilizzate prevede di invecchiare il mobile da shabbare utilizzando colori tenui che vengono poi trattati a loro volta con vernici biancastre e opache. Successivamente di va a scartavetrare alcune parti del mobile per dare un effetto di mobile vecchio.

shabby chic tecniche
Nuova vita a mobili vecchi con le tecniche giuste

Spesso tutto dipende dal colore di partenza della mobilia che si va a modificare. Alla base delle tecniche di Shabby chic è comunque l’idea di valorizzare i contrasti tra il colore “vecchio” e il nuovo. L’effetto finale potrebbe sembrare trasandato, ma vedrete che questi giochi di colore accentuati dalle tinte bianche e grigie scartavetrate daranno al vostro ambiente un tono molto hipster e… chic.

Shabby chic e suoi strumenti

Cosa serve quindi per shabbare? Anzitutto un mobile di recupero, poi della carta abrasiva a grana grossa, un pennello piatto e della vernice o finitura per legno. Tra gli altri strumenti utili troviamo anche: lo scotch di carta, la cera trasparente e un pennellino a punta fine. Questi ultimi sono tutti strumenti utili alle rifiniture finali del mobile.

Ora che avete tutto a portata di mano preparate il vostro mobile al trattamento Shabby chic. Smontalo in ogni sua parte e dai una prima passata leggera di carta vetrata. In parte toglierai il vecchio colore: andranno via i punti usurati, ma resteranno alcune venature del colore originale.

Adesso iniziate a dipingerlo con la vernice bianca. Con lo scotch di carta copri le parti che secondo il tuo progetto dovrebbero essere di un altro colore o rimanere come in origine. Lascia asciugare e passa una seconda mano leggera di carta vetrata.

Carteggiare è il punto focale

Nello Shabby chic la carteggiatura è il punto focale della modifica del mobile. Anche le parti del mobile che avrai smontato dovranno quindi passere due fasi di carteggio come abbiamo descritto sopra. La cosa importante da ricordare è di pulire bene il mobile dopo aver passato la carta vetrata.

La polvere infatti potrebbe ostacolarvi nella fare successiva: quella della tinteggiatura con il bianco. Per farlo utilizzate prima una spazzola morbida e poi uno straccio bagnato. Aspettate che si asciughi e poi partite con la pittura.

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La carteggiatura è la fase più importante del processo di invecchiamento

Per pitturare un mobile in legno effetto Shabby chic dovete pensare di tinteggiare dando un aspetto vissuto all’elemento di arredo. Il pennello piatto vi aiuterà in questo: siate pure grossolani e sprecisi, se non dipingere in maniera uniforme l’effetto finale sarà più bello. Per un lavoro ad arte bagnate il pennello con la vernice bianca e poi effettuate pennellate orizzontali dall’alto verso il basso.

La rifinitura

L’ultima fase è quella della rifinitura. Per farla avrete bisogno della cera, con cui cospargere l’intero mobile, e di un pennellino a punta fine. Dopo che la cera sarà asciutta infatti, con il pennellino andrete a rifinire i punti più spinosi del mobile (angoli e fessure dei cassetti). Li andrete ad aggiungere qualche venatura di vernice bianca dove serve.

In questa fase dovrete ricordare di utilizzare la cera legno adatta al tipo di legno che state lavorando. Con la cera sbagliata la vernice applicata sul mobile potrebbe diventare troppo porosa ed infiltrasi nelle venature dell’oggetto. Con il tempo le infiltrazioni renderebbero il mobile inutilizzabile.

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APE: cos’è e a cosa serve

Febbraio 7, 2023by Veronica PerottoEdilizia0

Il certificato energetico APE (Attestazione di Prestazione Energetica), è un attestato contenente tutte le informazioni riguardanti l’isolamento termico e il consumo energetico di un’abitazione.

Scopriamo insieme cos’è, a cosa serve e tutto quello che dobbiamo sapere a riguardo.

Cos’è la certificazione APE

L’APE è una certificazione rilasciata da un tecnico abilitato che valuta lo stato di un’abitazione o di un edificio, sotto il profilo dell’isolamento termico e del consumo energetico.

APE
APE

L’attestato serve a valutare le condizioni termiche ed energetiche dello stabile. Nello specifico esso:

  • Fornisce le informazioni sulla qualità energetica dell’immobile, avvalendosi di un sistema di classificazione predefinito.
  • Promuove l’efficienza energetica, fornendo la prestazione energetica dell’edificio.

Cosa è contenuto all’interno dell’APE

L’APE è una certificazione standard a livello nazionale, per questo se redatto correttamente deve contenere sempre le stesse informazioni.

APE
APE

Se redatto correttamente l’attestato contiene le seguenti informazioni:

  • Prestazione energetica globale, divisa in energia primaria totale ed energia primaria non rinnovabile, entrambi i dati seguono i rispettivi indici.
  • Classe energetica, considerato uno degli elementi più importanti ed è stabilita attraverso l’indice di prestazione energetica globale.
  • Qualità energetica: ovvero gli indici che indicano la prestazione termica per la climatizzazione invernale, l’area termica solare e la trasmittanza termica periodica.
  • Requisiti minimi di efficienza energetica.
  • Emissioni di anidride carbonica.
  • Indici di prestazione energetica rinnovabile e non rinnovabile.
  • Quantità annua di energia consumata.
  • Elenco dei servizi energetici e relative efficienze.
  • Proposte per il miglioramento dell’efficienza energetica.

Scala energetica

Non tutti conoscono tutti gli indici riportati su un certificato di prestazione energetica APE, ma quasi tutti sanno ormai cosa vogliano dire le lettere che ne attestano la qualità energetica.

Ad oggi la scala di classificazione APE è composta da 10 classi cha vanno dalla G all’A4, laddove per G si intende la minore efficienza energetica e per A4 la maggiore efficienze energetica.

Normative

Spesso il certificato APE è obbligatorio, come nel caso di compravendita o di locazione di interi edifici. Se decidiamo di vendere un’immobile, l’attestato deve essere obbligatoriamente allegato al contratto.

APE
APE

Le linee guida nazionali dell’attuale modello di attestazione di prestazione energetica sono entrate in vigore a partire dal primo ottobre del 2015.

Le normative sottolineano che un annuncio di vendita o locazione debba contenere le informazioni sulla qualità energetica dell’edificio e che il sistema sia comune su tutto il territorio nazionale.

Come fare l’APE

Per redigere l’APE abbiamo bisogno di un tecnico abilitato a farlo, il quale avrà premura di fare un sopralluogo. Inoltre, avremo bisogno di una serie di documentazioni: visura catastale, planimetria, libretto d’impianto, ecc.

Il tecnico, inoltre, valuterà le stratigrafie, le caratteristiche degli elementi costruttivi, le caratteristiche degli impianti, ecc.

Lo stesso tecnico utilizzerà uno dei software per effettuare i calcoli necessari e determinare gli indici di prestazione energetica.

Il certificato una volta redatto è valido per 10 anni.

Quando è obbligatorio

L’APE è sempre obbligatorio per gli edifici di nuova costruzione e per quelli sottoposti a demolizione e ricostruzione. È, inoltre, obbligatorio per tutti gli edifici al momento della compravendita o di un nuovo contratto di locazione.

Il certificato è anche richiesto nei casi di:

  • Significativi lavori di ristrutturazione.
  • Atti notarili di compravendita.
  • Contratti d’affitto.
  • Richiesta di detrazioni fiscali, come Superbonus o Ecobonus.
  • Annunci immobiliari.
  • Richiesta di incentivi statali sull’energia degli impianti fotovoltaici.

APE, da non confondere con ACE e AQE

Oltre all’APE, che è l’Attestato di Prestazione Energetica, esistono anche le certificazioni energetiche ACE e AQE, le quali non sono da confondere con la prima.

L’ACE è l’Attestato di Certificazione Energetica, il quale individua le caratteristiche energetiche di un’immobile. Mentre l’AQE è l’Attestato di Qualificazione Energetica, il quale certifica che durante i lavori siano stati rispettati gli indici per il miglioramento energetico dello stabile.

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Ristrutturazione domotica

Gennaio 28, 2023by Silvia ManelfiEdilizia0

La domotica non è solo una moda, è il connubio perfetto tra funzionalità ed high tech all’interno delle nostre case. La ristrutturazione domotica può sembrare ancora una questione di nicchia, ma non è così. Già da un po’ di tempo ha smesso di essere il futuro ed è diventata il comfort di tutti i giorni. I vantaggi che se ne possono trarre sono davvero molti e vanno dall’abitabilità al risparmio energetico, passando anche per una maggiore sicurezza e l’aumento del valore dell’immobile.

ristrutturazione domotica alexa
Gli assistenti vocali collegati ad un sistema domotico wi-fi sono sicuramente gli esempi più comuni

Tra i dispositivi domotici, infatti, troviamo ovviamente la smart lightning (la gestione da remoto delle luci) e tutti gli assistenti vocali come Alexa. Ma anche climatizzazione e tapparelle gestiti da remoto, sistemi di allarme con sensori di movimento o telecamere, elettrodomestici smart e persino serrature biometriche. E ancora, tutta una serie di dispositivi che facilitano la vivibilità dell’abitazione.

Ma è sempre possibile passare da una casa normalissima ad una smart home? Sì, anche se la casa è piccola o è vecchia. L’importante è seguire i giusti accorgimenti.

Quali sono i vantaggi di una ristrutturazione domotica

Il primo, indubbio, vantaggio è la maggiore abitabilità. In una smart home qualsiasi aspetto quotidiano può essere controllato, avviato e gestito da remoto. In questa maniera le faccende non sono più subordinate alla presenza fisica, ma vengono portate avanti anche mentre si è a lavoro, o a fare shopping. Allo stesso tempo, pur rimanendo nella propria dimora, basta un semplice comando vocale o sul cellulare per controllare tutti i dispositivi, anche in stanze diverse.

Di pari passo va il secondo vantaggio: il risparmio energetico, con la relativa riduzione dei consumi in bolletta. In una casa intelligente in cui tutti i dispositivi sono collegativi, si può facilmente tenere sott’occhio tutti i consumi. Un elettrodomestico non del tutto funzionante o delle luci lasciate accese non saranno più un problema. Per la gestione quotidiana, inoltre, entra in campo l’impianto che provvede ad ottimizzare i consumi nei momenti di scarso o nullo utilizzo.

Il terzo pro è la maggiore sicurezza data dalla velocità di notifica dei sistemi di allarme. In una smart home tutte le notifiche arrivano in tempo reale e nel mentre vengono attivati dei piani come per esempio l’allarme sonoro o lo spegnimento di tutti i dispositivi. Sì, perché la sicurezza non è solo per le intrusioni, ma anche per eventuali fughe di gas, abbassamenti della qualità dell’aria o anche incendi.

ristrutturazione domotica telecamere di sicurezza
Le notifiche di un’intrusione arrivano in tempo reale, con la possibilità di monitorare cosa sta succedendo.

Tutto questo, ovviamente, porta anche ad un netto aumento del valore della casa sul mercato immobiliare. Una smart home viene valutata molto più positivamente, specialmente per chi cerca casa per la prima volta.

Case smart nuove o ristrutturazione domotica?

Non è necessario acquistare un immobile nuovo per avere una smart home. Tramite la ristrutturazione domotica è possibile affiancare un impianto domotico anche in case vecchie. Ovviamente l’ideale sarebbe avere la predisposizione di un impianto domotico già durante la realizzazione dell’abitazione, ma questo non significa che non è possibile aggiungerla in seguito.

ristrutturazione domotica collegamenti
Tutta la casa a portata di mano, sempre

In caso di ristrutturazione domotica sarà importante adeguare il progetto di tutti gli impianti, provvedere al cablaggio delle prese di corrente ed aumentare i centralini elettrici. In alcuni casi è anche possibile trasformare l’impianto elettrico precedente in un impianto elettrico domotico, ma è importante capire quali devono essere le funzioni finali. È possibile eseguire le operazioni da soli, acquistando dei kit domotici ma le conoscenze richieste sono molte e così anche i lavori di muratura. Per questo tipo di impianti, quindi, è bene rivolgersi a dei professionisti sia per la pianificazione che per l’installazione.

L’alternativa meno dispendiosa e più facile da attuare in autonomia è quella di sfruttare la tecnologia domotica wifi. La domotica senza fili è sicuramente la scelta più veloce quando si parla di ristrutturazione domotica perché non va ad intervenire sugli impianti. Non essendo necessario posare cavi, non servono moltissimi lavori murari e si può raggiungere ogni angolo di casa.

Qualche accorgimento…

Anche se si sceglie una ristrutturazione domotica wi-fi è importante fare attenzione ad alcuni particolari. In primis la casa deve avere una connessione internet veloce e stabile, abbastanza da supportare tutti i dispositivi. Le pareti non devono essere troppo spesse, per evitare che ci siano interferenze nel wi-fi. Le prese della corrente devono essere disposte in maniera equilibrata in tutta casa, aumentandone il numero se necessario.

Un altro aspetto da tenere da conto è quello economico. Il costo di una ristrutturazione domotica con impianto dipende dai metri quadri, dalle predisposizioni e dalle funzioni. Per un impianto base potresti stimare circa l’1% del valore della casa, ma è una cifra indicativa. Considerando il risparmio successivo, ne vale sicuramente la pena!

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Smart Home: come rendere intelligente la casa

Gennaio 21, 2023by Ramona AllegriElettrico0

Smart Home: come rendere intelligente la casa e diventare cittadini digitali e consumatori più consapevoli. Vediamo insieme cosa comporta avere una casa smart. Partiamo da questa parola: “smart”, cosa significa? È un aggettivo che sentiamo spesso riferito a cellulari, televisioni, orologi, elettrodomestici. Ogni oggetto diventa capace di comprendere e adattarsi a situazioni sempre nuove e diverse. Questo sta accadendo anche con gli eco-sistemi come le reti elettriche, le case e addirittura le città intelligenti.

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Le case diventano sempre più smart grazie all’aggiunta della domotica.

Smart Home: la rivoluzione intelligente

È iniziata la rivoluzione intelligente, un circolo che coinvolge in maniera virtuosa l’innovazione tecnologica ad un utilizzo più consapevole. Un ottimo punto di partenza per iniziare con questa evoluzione nella vostra vita è sicuramente la vostra casa.

La smart home è una casa intelligente dove potrete avere il controllo attivo grazie all’Internet of Things (IoT) sulle sue differenti componenti. Potenzialmente con questa tecnologia si può rendere smart qualsiasi oggetto, questo succede grazie ad un microchip che viene posto al loro interno abilitandoli alla connessione internet. In questo modo l’utente può personalizzare la sua casa secondo le sue esigenze ed interagire da remoto.

È il modo ottimale per avere la propria casa adatta ai suoi gusti, bisogni e abitudini. L’approccio smart diventa anche un occasione per essere più consapevoli dei propri consumi, dell’impatto di carbonio sull’ambiente e della provenienza della fonte energetica. Diventerete parte del futuro e di una Community Energetica sempre più rispettosa e consapevole del nostro pianeta.

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Quali sono le basi per rendere una casa smart? Vediamole insieme.

Le basi per rendere la casa davvero Smart

Il primo elemento fondamentale per avere una casa intelligente è sicuramente Internet. Infatti questa connessione rende possibile la formazione di una rete virtuale tra tutti gli oggetti smart presenti nella casa, un sistema non invasivo (a differenza della prima domotica), in continuo aggiornamento e sicuramente più economico.

La scelta del Gateway è il secondo passaggio, cioè il cuore di tutto il sistema smart. Si tratta in parole povere di u router che permette il dialogo e la connessione di più periferiche a distanza. Molto importante è la sicurezza domestica quando si tratta di una casa intelligente. Può essere un controllo video oppure un controllo tramite dei sensori che rilevano fuoriuscite di gas oppure se l’erogazione dell’energia elettrica è continua oppure no. Infatti un sistema smart può verificare la quantità di energia consumata, se si trova vicino al superamento della soglia contrattuale spegnendo così in automatico il dispositivo e avvisandovi tramite App in modo da prevenire il distacco della corrente.

Un altro settore che è diventato un vero e proprio must have è sicuramente l’illuminazione smart. Alcuni kit vi permettono di deciderne l’accensione, di cambiare colore o intensità oppure di creare un intero ecosistema che si può controllare in maniera vocale. Potete monitorare a distanza la vostra illuminazione ottimizzando la sua resa.

Nei vari ambienti è possibile regolare anche la temperatura da remoto. Basta acquistare e installare un termostato smart e decidere direttamente dallo smartphone che temperatura impostare, accendere o spegnere il riscaldamento e programmare anche un timer. Caldaia, climatizzatore o riscaldamento si possono collegare alla App aiutandovi ad ottimizzare i vostri consumi. Ad esempio il Google Nest Thermostat ha la capacità di apprendere e adattarsi alle vostre abitudini grazie al sistema machine learning.

Infine gli elettrodomestici, in commercio ora c’è un vero e proprio boom di lavatrici, frigoriferi, televisioni e tanto altro smart. Un elettrodomestico con IoT può essere monitorato anche a distanza e anche controllato. Ad esempio la lavatrice LG ThinQ ha un sistema di sensori di rilevamento di peso e volume del carico, stabilisce il tipo di lavaggio anche in base al tipo di tessuto e avvisa se il peso è sbilanciato.

In alternativa, se non volete acquistarne di nuovi perché non hanno ancora esaurito il loro ciclo di vita, potete rendere smart i vostri apparecchi grazie alla smart plug. Si tratta di una presa intelligente con collegamento Wi-Fi che vi dà modo di controllare e monitorare i consumi dell’elettrodomestico tramite lo smartphone.

Tutte queste cose possono essere controllate anche con comando vocale tramite i dispositivi come Amazon Echo o Google Home. Meno conosciuti ma comunque utilizzati ci sono anche i sistemi della Apple e della Xiaomi. Sta prendendo sempre più piede questa modalità per la semplicità e la velocità della risposta comando-azione.

Un esempio di sistema smart completo per la casa può essere quello della Kemple, in questo video potete vedere il reale funzionamento di una casa completamente intelligente.

Le smart home in pratica stanno diventando il futuro dell’abitare, siamo solo all’inizio ci sono tantissime cose ancora da scoprire. Se aggiungete l’impianto fotovoltaico e un sistema di accumulo energetico potrete ottenere la consapevolezza del vostro profilo energetico e sfruttarlo al massimo potenziale gestendo i vostri consumi in maniera attiva. In questo modo farete certamente parte della Energy Community.

 

 

 

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Illuminazioni per la casa: quali scegliere

Gennaio 14, 2023by Alice LavorattiDecorazioni0

Oggi vediamo insieme le illuminazioni più utilizzate per dare luce alla propria casa. Se vivete in ambienti piccoli, con poche finestre, o in vecchie case con i muri spessi troverete qui qualche consiglio utile per cambiare l’ottica e l’atmosfera dei vostri ambienti casalinghi.

Illuminazioni per la casa eco

Prima di andare a vedere ogni spazio della casa e come illuminarlo al meglio vogliamo ricordarvi che è importante scegliere delle illuminazioni ecologiche. Vi abbiamo già parlato di quelle che sono le lampade a risparmio energetico, ho ancora di quali sono le soluzioni di arredamento che hanno un minor impatto sull’ambiente.

illuminazioni casa
Come scegliere le illuminazioni adatte alla tua casa? Leggi qui

Oggi vediamo come conferire il giusto grado di luminosità agli ambienti della propria casa affidandosi ad alcuni consigli pratici e utilizzando tipologie di lampade e luci che sono anche ecofriendly.

Fai un progetto!

Come per costruire una casa, o decidere come inserire i mobili all’interno di una stanza, anche per le illuminazioni della tua casa dovrai anzitutto fare un progetto e vedere quali sono le stanze che hanno più bisogno di luce.

Infatti, la luce è un elemento importantissimo perché regala spazio. Una casa ben illuminata sembra più ampia e da un’impressione migliore non solo agli ospiti, ma anche a chi ci vive perché la luce rende gli spazi più accoglienti e familiari.

Quando andate quindi a scegliere quali luci utilizzare ricordate di tenere a mente che le illuminazioni devono avere un aspetto pratico ed essere funzionali a seconda delle attività che vengono svolte nella stanza in cui vengono inserite. Non solo, lampade e lampadari dovranno essere in linea con l’arredamento che avrete scelto per quella determinata stanza. A questo punto valuterete con attenzione la potenza delle lampadine ed è qui che entra in gioco l’aspetto eco.

Illuminazioni a LED

Se state cercando non solo di dare luce agli spazi di casa vostra ma anche di creare ambienti che siano eco sostenibili e vi facciano risparmiare sulla bolletta allora dovete sicuramente scegliere illuminazioni a LED.

Una soluzione alternativa sono i neon, che però si adattano bene solo ad alcuni contesti come la cucina o la sala da pranzo, ho ancora gli armadi e gli ingressi. Ricordate inoltre che il colore della lampadina influirà tantissimo sull’armonia dell’arredo. Questo tipo di illuminazione tende a risparmiare energia e quindi spesso ha una luce bianca tendente all’azzurrino.

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Le illuminazioni a led per la casa vi aiuteranno a creare ambienti luminosi senza spendere troppa potenza

Se la stanza che state andando ad illuminare ha bisogno di una temperatura più calda, con una tonalità più tendente al giallo in modo da creare un’atmosfera più intima ed avvolgente (pensate ad esempio alla camera da letto), vi consigliamo di scegliere delle lampadine classiche ma a risparmio energetico. Una volta acceso l’interruttore ci vorrà un po’ a far caricare l’energia all’interno della lampadina, ma vi assicuriamo che l’effetto finale sarà perfetto.

Attenzione al colore delle pareti

Un altro consiglio pratico che vediamo, soprattutto se state cercando illuminazioni per la camera da letto o il salotto, è quello di tenere conto del colore delle pareti. Se avete optato per uno stile contemporaneo in cui tutto è molto scuro e minimal avrete bisogno di tantissimi punti luce per valorizzarlo.

Un’idea sono i faretti. Potreste decidere di incastonarli direttamente nel soffitto oppure di acquistare lampadari a 2, 3 o quattro faretti. Questo tipo di lampadario vi permette anche di decidere dove andare a far puntare la luce del faretto. In questo modo creerete degli effetti luce che risulteranno rispetto all’ambiente dai toni più scuri.

Illuminazioni e luce naturale

Affrontiamo ora il non problema della luce naturale. È chiaro che anche in ambienti in cui sia presente tantissima luce proveniente dall’esterno, ambienti con grandi finestre o posizionati strategicamente rispetto al sorgere e al calare del sole, l’obiettivo è sempre quello di creare spazi che sembrino sempre più grandi.

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Come creare ambienti che prevedono la combo “luce naturale-luce artificiale”?

In questi casi dovete trovare il giusto equilibrio tra illuminazioni artificiali e luce naturale. Molto spesso questi ambienti sono la cucina o la sala da pranzo. Qui l’obiettivo è illuminare i piani di lavoro e per farlo il nostro consiglio è quello di utilizzare delle lampade a sospensione sui toni del bianco.

Una lampada di vetro opacizzata di colore bianco abbinata ad una lampadina dal tono caldo, come quelle di cui parlavamo prima, donerà agli spazi un senso di comfort e calore, rendendoli familiari. Non solo in questo modo avrete modo di sfruttare per l’ambiente circostante tutta la luce naturale che proviene dalle finestre.

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Bonus casa 2023

Gennaio 7, 2023by Veronica PerottoEdilizia0

Anno nuovo bonus nuovi… e vecchi bonus rinnovati e riconfermati. Sognate di comprare o ristrutturare casa nel 2023? Ecco tutti i bonus casa dei quali potrete avvalervi.

Superbonus 2023

Iniziamo subito dal bonus che più ha fatto parlare di sé negli ultimi anni: il Superbonus 110%. Ci sarà ancora nel 2023?

Bonus casa 2023
Bonus casa 2023

La nuova Legge di Bilancio ha previsto il rinnovo del Superbonus, il quale, però, non sarà più del 110%, ma scenderà al 90%.

Tuttavia, non si tratta di un cambiamento che interesserà tutti. I condomini e gli edifici da 2 a 4 abitazioni avranno accesso al 90%, ma in alcuni casi si potrà ottenere il 110% anche nel corso del 2023.

Per i condomini si potrà accedere al 110% nel caso in cui:

  • L’assemblea ha deliberato i lavori entro il 18 novembre 2022 e ha presentato la Cilas entro 31 dicembre 2022.
  • L’assemblea ha deliberato i lavori tra il 19 e il 24 novembre 2022 e ha presentato la Cilas entro il 25 novembre 2022.
  • L’assemblea ha richiesto interventi di demolizione e ricostruzione entro il 31 dicembre 2022.

Per gli edifici da 2 a 4 abitazioni, invece, si potrà accedere al 110% nel caso in cui:

  • La Cilas è stata presentata entro il 25 novembre 2022.
  • Il titolo abilitativo di demolizione e ricostruzione è stato presentato entro 31 dicembre 2022.

Per quasi tutti gli altri (unifamiliari, prima casa, Onlus, Iacp) il Superbonus passerà dal 110% al 90%.

Bonus casa 2023: tetto spesa e aliquota

L’aliquota al 50% è stata confermata anche per il 2023, così come il tetto spesa a 96.000 euro.

Bonus casa 2023
Bonus casa 2023

Sono ammessi al bonus tutti gli interventi di manutenzione straordinaria. Mentre per i condomini oltre agli interventi di manutenzione straordinaria sono ammessi anche quelli di manutenzione ordinaria.

Sismabonus

Nel caso in cui gli interventi di manutenzione straordinaria riguardano il consolidamento di fabbricati in zone sismiche 1, 2 e 3, l’aliquota sale dal 50% all’80% su un tetto spesa sempre di 96.000 euro. Ciò avviene se con gli interventi in questione la classe di rischio scende di due punti.

Per chi acquista una casa nelle zone sismiche in un edificio completamente ristrutturato l’aliquota sale all’85%.

Ecobonus e Fotovoltaico

Per l’ecobonus, e quindi per il risparmio energetico, l’aliquota è confermata al 65%. Fanno parte di questo bonus casa gli interventi come la sostituzione di una caldaia vecchia con una nuova a condensazione o gli interventi di domotica con il fine del risparmio energetico.

In alcuni casi, invece, l’aliquota sale all’80%. Ciò succede quando l’ecobonus è abbinato agli interventi di consolidamento. Per tende e oscuranti, invece, l’aliquota è fissata al 50%.

Anche nel caso dei pannelli fotovoltaici l’aliquota è fissata al 50%. Il bonus comprende sia l’installazione di un impianto nuovo che il potenziamento di un impianto già esistente.

Bonus casa 2023: classe A

Se scegliamo di acquistare una nuova casa nel 2023 dobbiamo sapere che possiamo avvalerci di un taglio dell’IVA del 50%, nel caso acquistiamo una casa a risparmio energetico e, quindi, in classe A o B.

Bonus casa 2023
Bonus casa 2023

Bonus mobili e bonus verde

Il bonus mobili scende da 10.000 euro a 8.000 euro. Meglio di quanto era stato previsto, ovvero di portare il tetto massimo di spesa a 5.000 euro. Rientrano nel bonus mobili arredi e grandi elettrodomestici destinati a immobili ristrutturati.

Il tetto spesa per il bonus verde, invece, rimane fisso a 5.000 euro, con aliquota al 36%. Rientrano nel bonus verde interventi di rifacimento terrazzi e giardini.

Bonus casa 2023: ascensori

Infine, abbiamo il bonus ascensori, per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Il bonus comprende, oltre agli ascensori, anche pedane, montascale e tutti gli interventi volti a migliorare l’accessibilità e la mobilità.

La detrazione in questo caso è confermata al 75%.

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Pavimento riscaldato: pro e contro

Dicembre 30, 2022by Silvia ManelfiEdilizia0

Pavimento riscaldato, riscaldamento a pavimento o a pannelli radianti: l’alternativa ecologica ed economica ai tradizionali caloriferi. Perché sta andando così tanto di moda, specialmente nelle nuove costruzioni? In realtà si tratta di un sistema che era molto diffuso tra gli anni ’50 e ’70 ma che con le ultime tecnologie è stato reso molto più efficiente.

Un sistema del genere si adatta praticamente a tutti i pavimenti, anche se nella maggior parte dei casi servirà un massetto aggiuntivo per livellare la pavimentazione. Non solo abitazioni nuove o da ristrutturare ma anche capannoni, negozi o locali commerciali, garage e verande.Il concetto alla base è semplice: creare una rete di calore invisibile che riscaldi tutto l’ambiente, dal pavimento fino al soffitto, senza ingombri e senza disuguaglianze termiche.

Cos’è il pavimento riscaldato o riscaldamento a pavimento

Un impianto di riscaldamento a pavimento è un allestimento che permette il riscaldamento della casa grazie a dei pannelli radianti collocati sotto le piastrelle del pavimento. Il calore prodotto dai radianti viene diffuso in tutte le stanze per irraggiamento. Considerata la caratteristica del calore di salire verso l’alto, la diffusione risulta più omogenea rispetto ai sistemi di riscaldamento classici. I radiatori tradizionali, infatti, tendono a concentrare tutto il caldo nei pressi della fonte di calore, con il pavimento riscaldato invece l’aria calda raggiunge facilmente il soffitto.

pavimento riscaldato termosifone manutenzione
I radiatori classici richiedono una manutenzione ed una pulizia più frequenti

Per la produzione di calore i pannelli radianti possono contenere delle tubature con l’acqua riscaldata oppure delle resistenze elettriche. Nel primo caso si potrebbe optare per una pompa di calore, nel secondo per un impianto fotovoltaico. Per tutte e due le soluzioni, però, il consumo di energia è davvero contenuto.

Quali sono i pro del riscaldamento a pavimento

Il primo vantaggio, già citato, è l’uniformità del calore in tutto l’ambiente della stanza. Si tratta senza dubbio del pro più evidente, ma non è assolutamente il solo. La possibilità di lavorare a basse temperature permette di risparmiare energia, con un sconto interessante in bolletta. Se unito ad una pompa di calore, inoltre, il sistema funziona anche per il raffrescamento degli ambienti.

pavimento riscaldato nuova costruzione spazio aperto
Il sistema di riscaldamento a pavimento aumenta anche la vivibilità dello spazio, togliendo l’ingombro dei radiatori o dei climatizzatori

L’utilizzo di pannelli al di sotto del pavimento, poi, comporta tre notevoli vantaggi: la manutenzione è meno frequente, non ci sono impianti voluminosi sui muri, la polvere nell’aria è ridotta. Secondariamente, il pavimento è naturalmente riscaldato, il che significa poter camminare scalzi anche d’inverno!

Trattandosi di un impianto ad impatto ambientale ridotto, poi, concorre per i bonus fiscali riguardanti la costruzione e la ristrutturazione.

Quali sono gli svantaggi del pavimento riscaldato

Un pavimento riscaldato, ovviamente, non è tutto rose e fiori, specialmente per quanto riguarda la prima parte, quella dell’installazione. I metodi di riscaldamento più tradizionali sono largamente conosciuti: troverai facilmente esperti nel campo in gradi di soddisfare le tue esigenze. Per quanto riguarda il riscaldamento a pavimento, invece, i professionisti sono ancora relativamente pochi. Affidarsi a qualcuno che non è esperto, d’altro canto, è assolutamente sconsigliato vista la mole del lavoro.

Proprio perché si tratta di un lavoro non troppo diffuso e di una certa importanza, i costi d’installazione sono nettamente più alti di altri sistemi. Anche i tempi sono più lunghi e si potrebbe incappare in qualche errore di progettazione o posa. Per questo motivo è importante anche preventivare del tempo per il collaudo del sistema.

Pavimento riscaldato elettrico o con caldaia

Un sistema di riscaldamento a pavimento che fa uso di tubazioni necessita anche di una caldaia in grado di riscaldare l’acqua. In realtà le temperature dell’acqua sono molto più basse rispetto a quelle dell’acqua negli impianti tradizionali. Parliamo di un range tra 30 e 40°, a fronte dei classici 70°. Di solito, la caldaia consigliata è quella a condensazione perché permette un risparmio energetico, non inquina l’ambiente e ha anche un costo contenuto. Anche le pompe di calore possono essere una buona opzione. Meno interessanti sono, invece, le caldaie normali che ridurrebbero i vantaggi.

È anche possibile bypassare completamente la caldaia utilizzando un sistema di riscaldamento a pavimento elettrico. In quel caso, i pannelli radianti non prevedono tubature ma delle resistenze di qualche millimetro di spessore. La lunghezza, invece, sarà la stessa e andrà a coprire uniformemente tutto il pavimento.

La scelta tra uno e l’altro sistema dipende sostanzialmente dalla presenza delle caldaie, delle pompe di calore o di impianti fotovoltaici, ad esempio.

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Bioedilizia, realizzare un edificio sostenibile

Dicembre 23, 2022by Ramona AllegriEdilizia0

Bioedilizia, come realizzare un edificio sostenibile che sia di impatto ambientale minimo con il massimo risparmio energetico possibile? Il modo di costruire, ristrutturare e rinnovare gli edifici sta cambiando perché si è capita l’importanza di rispettare l’ambiente che ci circonda e soprattutto risparmiare il più possibile sull’energia evitando sprechi delle risorse naturali. Vediamo insieme quali sono i vantaggi e gli svantaggi del costruire una casa green e rispettosa dell’ambiente.

 

bioedilizia
Materiali e soluzioni eco-compatibili sono la scelta ideale.

Bioedilizia: come si ottiene un appartamento sostenibile?

La prima cosa da fare è sicuramente quella di utilizzare del materiale eco-compatibile che non solo dona benessere alla casa e ai suoi occupanti ma ne allunga anche la durata. Un’attenta progettazione dell’appartamento è costituita da: un involucro dell’edificio isolato in maniera eccellente, le fonti idriche ed energetiche devono essere utilizzate in maniera razionale, è consigliabile un utilizzo delle energie rinnovabili. I materiali scelti è meglio se sono naturali con componenti che si possono separare e smontare.

Le tecniche di costruzione utilizzate devono essere assolutamente a basso impatto ambientale. Oltretutto bisogna prendere sempre in considerazione il contesto naturale nel quale si sta operando tenendo conto anche della salute di chi lavora per la costruzione dell’edificio.

oltre a risparmiare energia la bioedilizia garantisce la realizzazione di “case attive” che di energia ne producono, un ottima cosa per risparmiare soprattutto in questo periodo. Un altro aspetto positivo degli edifici sostenibili è la resistenza ai terremoti e agli eventi atmosferici come forte vento e intemperie. Infatti questo tipo di case vengono costruite nelle zone ad alto rischio sismico come ad esempio in Giappone.

Le case realizzate in maniera green sono molto diffuse nei paesi del Nord Europa, questo perché il materiale isolante utilizzato è presente in maggiori quantità. Ma piano piano si sta diffondendo anche qui in Italia, questa scelta è dovuta a due fattori: il primo è il comfort e il secondo è un fattore prettamente economico.

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la bioarchitettura è sempre alla ricerca di materiali naturali.

Bioarchitettura alla scoperta dei materiali naturali

Spesso molti spunti validi arrivano proprio dalla bioarchitettura che è sempre alla ricerca di materiali costruttivi naturali. I materiali naturali utilizzati come ad esempio il legno schermano dalle radiazioni dei dispositivi elettronici garantendo un effetto rigenerante per la salute di chi vi abita.

Per materiali ecologici si intendono anche il cemento ecocompatibile e il calcestruzzo, inoltre vengono utilizzati anche i materiali naturali isolanti come appunto il legno.

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Come tutte le cose la bioedilizia ha i suoi pro e i suoi contro.

Pro e contro

I pro della bioedilizia sono svariati, ad iniziare dal risparmio energetico e l’elevata personalizzazione della vostra casa. L’impazzo zero sull’ambiente, la scarsa umidità e la struttura antisismica. Gli appartamenti creati in maniera sostenibile sono più resistenti al fuoco e necessitano di meno manutenzione rispetto alle case costruite con il metodo tradizionale.

I costi del cantiere sono minori, sono maggiori invece gli incentivi per la realizzazione che vanno dall’ecobonus alle detrazioni fiscali. In ultima ma non per importanza c’è la garanzia che vi permette di avere una casa sana e più duratura. Infatti le imprese di costruzione per una casa eco-green rilasciano una garanzia pluriennale che di solito dura 30 anni a differenza dei soliti 10 della casa in muratura. L’utilizzo dei materiali di costruzione naturali come il legno assicura un isolamento termo-acustico che riduce quasi del tutto il consumo energetico.

Per quanto riguarda i contro l’aspetto negativo è uno solo: l’elevato investimento iniziale, pensate però che queste spese che affronterete saranno ammortizzate con il risparmio energetico. Oltretutto la realizzazione o la ristrutturazione di una casa sostenibile è molto più rapida rispetto a quella in muratura che può essere sia un aspetto positivo che negativo. Infatti se da un lato risparmiate in fatto di tempo e costi dall’altro lato dovrete sempre versare un acconto in anticipo alla ditta di costruzione.

 

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Dipingere casa: quanto costa?

Dicembre 16, 2022by Alice LavorattiInterni0

Se state pensando di dipingere casa nel prossimo 2023 affrettatevi a chiamare ora un professionista del settore per avere un prezzo agevolato. Una soluzione può sempre essere quella di farlo da soli. In questo caso attenti ai prodotti che scegliete e valutate bene la porosità delle pareti. Vediamo perché in questo articolo.

Dipingere casa: perché e quando farlo

Prima o poi tutti arrivano a dover prendere questa decisione. Che abbiate comprato una casa nuova, o che stiate pensando di rinnovare le pareti di quella vecchia, dipingere casa è una tappa che ogni famiglia affronta almeno una o due volte nella vita.

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Perché dipingere casa? Come e quando farlo? Scopriamolo

I benefici sono tanti, uno tra tutti che le pareti assorbono odori e fumi che si aggirano per casa. Il consiglio è quindi sempre quello di farlo ogni volta che si cambia casa (soprattutto se prima ci abitavano altre persone).

Di solito lo si fa ogni 10/12 anni. Tutto dipende dall’usura delle pareti e da come viene vissuta la casa. Un’altra attenuante (negativa) è la presenza di bambini piccoli o animali che spesso sporcano le pareti loro malgrado. In questi casi il lavoro si dovrà fare prima.

A chi chiedere?

Ora a parte il classico imbianchino che lavora a cottimo ci sono moltissime aziende che si occupano di questi servizi di imbiancatura. Le tariffe, ad oggi, visti anche i bonus statali rilasciati per i lavori di ristrutturazione, sono vantaggiosi. Nel 2023 però aumenteranno.

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Come valutare se servirsi dell’imbianchino o fare da soli?

Se state quindi pensando di chiedere ad una ditta esterna informatevi adesso e pagate un anticipo per fermare il vostro preventivo. Il lavoro poi potrete farlo ad anno nuovo sfruttando però il listino prezzi attuale.

Se pensate che la cosa possa costarvi troppo, valutate bene come dovete dipingere casa. Infatti, imbiancare una parete standard (3,4 mt di altezza) o tinteggiarne una più larga o più alta fa la differenza, anche per la vostra schiena.

Dipingere casa al mq

I professionisti di questo settore hanno un costo al metro quadro. Dipingere casa per questo potrebbe essere un lavoro da fare da soli, in tempi diversi (prima le camere, e qualche mese dopo la cucina, poi i bagni).

Il fatto è che spesso non si riesce a calcolare la quantità e qualità giusta delle tinte disponibili in commercio. Il parere di un esperto potrebbe essere d’obbligo, soprattutto per valutare la porosità delle pareti.

Infatti, ci sarà differenza tra pareti parte di un complesso costruito negli anni ’60 e pareti di un edificio storico. Dipingere un muro costruito in forasse, piuttosto che uno antico, sotto i cui strati di calce e intonaco ci sono magari delle pietre porose, fa la differenza.

Come scegliere?

Potremmo rispondervi “in base alla possibilità del vostro portafogli”, ma preferiamo fare con voi ancora alcune considerazioni per potervi lasciare liberi di scegliere.

Punto primo: quanto tempo a disposizione avete per fare questi lavori? Un imbianchino prenderà (ad oggi) sui 3,5€ al mq. Per farlo potrebbe metterci anche diversi giorni, in base a quanti metri quadri è in totale la vostra casa. Voi potreste metterci meno di lui, ma lavorare più sommariamente.

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Devi dipingere casa? Ecco come fare

Ricordate che per dipingere casa dovete lasciare respirare la vernice. Quindi, se decidete di farlo da soli, magari in più trance come vi dicevamo sopra, ricordate che avete bisogno di un giorno per dipingere e uno per lasciare aperte le finestre.

Il ferramenta è sicuro?

In ultima analisi c’è la questione del prodotto. L’imbianchino professionista ha i suoi canali per reperire i prodotti migliori, che durano nel tempo. Tu dovresti andare al ferramenta.

Le vernici in commercio sono tantissime e scegliere quella adatta a dipingere casa non sarà facile. Potreste decidere secondo il metro del risparmio: quella che costa di più è la migliore e quella che costa di meno andrà data al muro con almeno due o tre mani di pittura.

Se avete tempo di fare tutte queste valutazioni e poi anche di tinteggiare i vostri muri da soli, fatelo! Sicuramente risparmierete. Ma se vi manca il tempo e non vi fidate troppo delle vernici basiche che si trovano dal ferramenta, provate almeno a farvi fare un preventivo da un professionista, alla fine non costa nulla.

 

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Manutenzione ordinaria e straordinaria

Dicembre 10, 2022by Veronica PerottoEdilizia0

Quando si parla di lavori in casa è sempre molto complesso districarsi con i termini burocratici e con cosa possiamo o non possiamo fare. Oggi andiamo a vedere quale è la differenza tra manutenzione ordinaria e straordinaria e cosa possiamo fare in un caso o nell’altro.

Manutenzione ordinaria: definizione

In poche parole, la manutenzione ordinaria non riguarda opere strutturali. Essa viene effettuata per mantenere in efficienza la struttura, gli impianti e gli infissi dell’abitazione, ma non li modifica. Mantiene solamente la casa alla sua totale efficienza.

Manutenzione ordinaria e straordinaria
Lavori di pittura e tinteggiatura

Fanno parte di essa le attività di pulizia (come la pulizia di una grondaia) o la sostituzione di alcuni elementi degli elettrodomestici. Ma anche lavori più grandi possono rientrare in questa categoria. Come la sostituzione di infissi, ma solo se sono delle stesse dimensioni dei precedenti.

Tra i principali lavori che fanno parte della manutenzione ordinaria troviamo:

  • Riparazioni e rifiniture.
  • Miglioramento degli impianti già esistenti.
  • Rivestimenti interni ed esterni.
  • Lavori di manutenzione e pulizia di comignoli e grondaie.
  • Demolizione e ricostruzione intonaco.
  • Rinnovamento e sostituzione pavimenti.
  • Manutenzione impianti di riscaldamento e impianti a gas.
  • Manutenzione impianto elettrico e impianto idrico.

Manutenzione straordinaria: definizione

La manutenzione straordinaria, invece, prevede lavori di manutenzione dell’abitazione un po’ più impegnativi e invasivi, che vanno a modificare la struttura stessa.

Possiamo collocarla a metà strada tra quella ordinaria e dei veri e propri lavori di ristrutturazione edile.

Rientrano nella manutenzione straordinaria tutti i lavori che apportano un’innovazione consistente e significativa all’abitazione.

Tra i principali lavorano che fanno parte di questa categoria troviamo:

  • Sostituzione degli infissi, che abbiano forma o misura diversa dai precedenti.
  • Sostituzione dei sanitari e ristrutturazione dei servizi igienici.
  • Realizzazione di opere strutturali.
  • Sostituzione caldaia.
  • Rifacimento di scale, recinzioni, cancelli, muri di cinta.
  • Interventi strutturali.
  • Consolidamento strutturale e fondazioni.

Differenze ed esempi

Non sempre è semplice capire e trovare la differenza tra l’uno e l’altro, in quanto spesso la linea che separa i due tipi di lavoro è molto sottile. Possiamo provare a pensarla in questo modo: si parla di straordinario quando il lavoro porta un cambiamento concreto, una novità.

Ristrutturazione
Lavori in casa

Per capire al meglio la differenza tra manutenzione ordinaria e straordinaria possiamo prendere in esame alcuni esempi pratici.

L’esempio migliore è proprio quello degli infissi: sostituire una porta con una nuova, ma identica, è un lavoro di manutenzione ordinaria. Diventa, invece, straordinaria quando si cambia completamente l’aspetto dell’infisso, con una porta di altre dimensioni o forma, o, magari, con una vetrata scorrevole.

Un’ulteriore differenza è quella che dobbiamo fare con manutenzione straordinaria e ristrutturazione edile. Si entra, infatti, nell’ambito della ristrutturazione quando si modifica la struttura stessa dell’abitazione, aggiungendo, ad esempio, una piccola veranda oltre a cambiare la porta.

La SCIA

È importante capire la differenza e, qualora questa non dovesse essere chiara, un esperto del settore potrebbe sicuramente sanare ogni dubbio, soprattutto dal punto di vista legislativo.

Qualora dovessimo iniziare dei lavori di manutenzione straordinaria, infatti, dobbiamo aprire la SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività).

Con la SCIA è possibile eseguire lavori di manutenzione straordinaria, interventi di restauro e risanamento, interventi di ristrutturazione edilizia. Tuttavia, non è possibile modificare gli indici urbanistici, aumentare le volumetrie dell’edificio, mutare la destinazione d’uso del locale, modificare la categoria edilizia e la sagoma del fabbricato.

Conoscere la differenza è fondamentale per chiedere i permessi ma anche per avere la possibilità di accedere ad eventuali detrazioni.

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