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Frazionamento e accorpamento unità: cosa c’è da sapere

Dicembre 29, 2023by Veronica PerottoEdilizia0

C’è sempre molta confusione quando si parla di frazionamento e accorpamento di unità immobiliari. Quando è possibile farlo e quando no? Di quali titoli e permessi necessitiamo? Ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.

Frazionamento unità immobiliare

Con il termine frazionamento di unità immobiliare si intende la divisione di un’unita immobiliare in due o più porzioni autonome di dimensioni ridotte.

Le due o più unità devono avere tutte le caratteristiche per essere un’unità immobiliare, commerciale o abitativa completamente autonoma.

Accorpamento unità immobiliare

Al contrario, con il termine accorpamento di un’unità immobiliare si intende l’unione di due o più unità immobiliari, con lo scopo di generare un’unica unità di dimensioni maggiori.

Il frazionamento è molto più richiesto sul mercato, rispetto all’accorpamento. Solitamente si decide di dividere una grande abitazione per accontentare tutti gli eredi o per motivi economici, anche in caso di affitto o vendita dell’immobile stesso.

Frazionamento urbanistico e frazionamento catastale

Innanzitutto dobbiamo fare una distinzione tra frazionamento urbanistico e frazionamento catastale.

Frazionamento e accorpamento
Frazionamento e accorpamento

Il frazionamento catastale consiste nella registrazione presso il Catasto della suddivisione dell’immobile in due o più unità, a prescindere dai lavori di ristrutturazione e suddivisione effettuati.

Il frazionamento urbanistico, invece, riguarda gli interventi edilizi effettuati con lo scopo di creare due o più unità distinte e comprendono le modifiche apportate alla pianta originaria dell’immobile, depositata negli uffici del Comune di pertinenza.

Frazionamento e accorpamento sono manutenzione straordinaria

I lavori di frazionamento e accorpamento di un’unità immobiliare sono oggi lavori di manutenzione straordinaria. Tuttavia, precedentemente non era così.

Fino ad alcuni anni fa, per questo tipo di interventi di ristrutturazione pesante. Ciò vuol dire che necessitavano del permesso di costruire e del pagamento dei relativi oneri al comune di pertinenza.

Dopo il Decreto Sblocca Italia, del 2014, questo tipo di lavori sono entrati a far parte degli interventi di manutenzione straordinaria.

Ciò vuol dire che per iniziare i lavori è sufficiente una comunicazione di inizio lavori asseverata e non vi è nessun onere da pagare. Inoltre, essi rientrano tra gli interventi agevolabili e aventi diritto ad alcune detrazioni, come il Bonus Ristrutturazioni.

Procedure da seguire

Prima di iniziare un lavoro di frazionamento o accorpamento di una o più unità immobiliare dobbiamo essere a conoscenza delle diverse procedure da seguire.

Frazionamento e accorpamento
Frazionamento e accorpamento

Innanzitutto dobbiamo sapere che questo tipo di ristrutturazione è regolata dal regolamento edilizio del Comune di pertinenza, il quale, inoltre, è l’unico ente autorizzato a consentire l’inizio dei lavori.

La prima cosa da fare è la comunicazione al Comune dell’inizio dei lavori, attraverso la CILA (Comunicazione di inizio lavori asseverata, presentata da un tecnico abilitato.

Dopodiché dobbiamo, eventualmente, aggiornare le planimetrie delle nuove unità immobiliari al Catasto.

A questo punto possiamo iniziare i lavori di ristrutturazione per il frazionamento o l’accorpamento dell’unità immobiliare.

Infine, dobbiamo presentare il Certificato di collaudo a conclusione dei lavori.

Nel caso in cui non ci siano effettivi lavori di ristrutturazione dobbiamo comunque richiedere al Catasto l’assegnazione di due subalterni differenti. Inoltre, dobbiamo presentare ugualmente anche la CILA al comune.

Quali documenti occorrono

La parte burocratica che più richiede impegno e tempo è la presentazione della CILA. Per presentare la Comunicazione di inizio lavori asseverata al Comune abbiamo bisogno dei seguenti documenti:

  • Atto di proprietà.
  • Titolo abilitativo dell’opera.
  • Relazione e progetto firmato da un professionista abilitato.
  • Reversali e pagamenti dei diritti di segreteria.
  • Documento unico regolarità contributiva.

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Comunità energetica, energia condivisa

Dicembre 22, 2023by Alice LavorattiElettrico0

Quest’anno è stato convertito in legge il Decreto Milleproroghe 162/2019 che ha introdotto in Italia la Comunità Energetica Rinnovabile. Tale sistema è previsto anche dalla Direttiva Europea RED II (2018/2001/UE). In questo articolo scopriremo che cos’è una comunità energetica e come può essere utile per creare energia condivisa.

Che cos’è una comunità energetica?

Una comunità energetica è un’associazione di cittadini, pubbliche amministrazioni, piccole e medie imprese, etc. I componenti decidono di unire le proprie forze per produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale.

Grazie a questo sistema si crea una rete decentralizzata in cui viene richiesta la partecipazione attiva e consapevole di ogni membro. Da contratto, ognuno è operante in tutte le fasi di produzione, consumo e scambio dell’energia.

L’obiettivo primario è quello di promuovere una gestione sostenibile dell’energia che vada ad inserirsi all’interno di un nuovo modello energetico. Tale modello sfrutta l‘innovazione tecnologica e la digitalizzazione.

comunità energetica
Perché le comunità energetiche sono il futuro dell’energia rinnovabile? Lo scopriamo in questo articolo.

Le comunità energetiche rinnovabili garantiscono la riduzione degli sprechi energetici. Non solo. Promuovono anche la condivisione di un bene primario ad un prezzo più che concorrenziale. La loro diffusione permetterà di soddisfare il fabbisogno energetico della popolazione con la conseguente promozione di nuovi modelli socio economici. Questi modelli sfruttano la sostenibilità e la circolarità abbattendo l’utilizzo dei combustibili fossili.

Ma come funzionano le comunità energetiche? Come vedremo nei prossimi paragrafi ci sono alcuni passi specifici da compiere e gli attori di questo processo si ritrovano coinvolti in un progetto unitario volto a migliorare il loro stile di vita.

Fase uno: costituzione di un’entità legale

Il primo step per creare una comunità energetica è quello di costituire un’entità legale tra i futuri soci della comunità. Per legge lo scopo di questa associazione non può essere il profitto. Ecco perché le forme di costituzione legale adottate più comunemente sono l’associazione riconosciuta o la Cooperativa.

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L’ambiente deve essere salvaguardato con l’uso di energie rinnovabili come quella eolica.

Come secondo step è quello di individuare l’area in cui si andrà ad installare l’impianto o gli impianti di produzione, che dovranno trovarsi in prossimità dei consumatori diretti.

Per fare un esempio, se la comunità energetica viene istituita tra pubbliche amministrazioni, l’impianto fotovoltaico potrà essere installato sullo stabilimento del Comune. L’importante è che coloro che sottoscrivono il patto costitutivo possano usufruire dell’energia condivisa prodotta dall’impianto.

L’impianto non dovrà comunque necessariamente essere di proprietà della comunità, ma potrà essere messo a disposizione da parte anche di un soggetto terzo.

A questo punto non ci resta che capire come funzionano le comunità energetiche una volta messo in esercizio l’impianto. Nei prossimi paragrafi scopriremo questo dettaglio e vedremo quali sono le potenzialità di questa associazione.

Come funziona una comunità energetica?

Una volta che l’impianto è reso attivo, la comunità energetica può fare istanza al gestore dei servizi energetici per ottenere gli incentivi previsti dalla legge per l’energia condivisa. Tali incentivi, per legge, sono riconosciuti soltanto sull’energia condivisa ovvero quella consumata dai membri nella stessa fascia oraria di produzione.

Se la produzione è superiore al consumo, l’energia eccedente verrà immagazzinata in sistemi di accumulo per poi essere utilizzata quando le fonti rinnovabili non potranno essere utilizzate.

comunità energetica fotovoltaico
Il fotovoltaico rappresenta il sistema più utilizzato per creare energia rinnovabile.

Ciascuna comunità poi stabilisce liberamente attraverso un contratto di diritto privato come ripartire fra i membri i ricavi derivanti dall’energia prodotta.

L’esempio più facile che possiamo portare è quello di ripartire i guadagni della vendita dell’energia in eccesso in modo uguale tra i soci senza privilegiare nessuno. Incentivi invece verranno sfruttati da coloro che si sono adoperati affinché i consumi fossero aderenti alle disposizioni di legge.

In pratica, ogni membro della comunità continuerà a pagare per intero la bolletta al proprio fornitore. Periodicamente riceverà dalla comunità un importo per la condivisione dei benefici garantiti. Visto che questo importo non è passato, sarà l’equivalente di una riduzione in bolletta che permetterà un risparmio notevole dal punto di vista energetico ed economico nell’arco di un anno solare.

Vantaggi e benefici

Come abbiamo visto, una comunità energetica di fatto a non solo un impatto positivo sull’ambiente ma anche sulle persone coinvolte. Grazie ai meccanismi di incentivazione le comunità energetiche saranno in grado di produrre un reddito energetico da redistribuire risparmiando in termini di consumi e costi in bolletta.

C’è poi il beneficio ambientale della diffusione dell’energia rinnovabili, in particolare degli impianti fotovoltaici, che a loro volta implicano una diminuzione delle emissioni di CO2 responsabili dell’effetto serra.

Dal punto di vista sociale, invece, questo sistema stimola l’aggregazione sul territorio ed educa i cittadini ad una cultura rivolta alla sostenibilità urbana e a quella ambientale. Di fatto, si va a promuovere la diffusione di modelli di inclusione e collaborazione che aiutano le persone e il territorio.

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Edilizia modulare: cos’è e quali sono i vantaggi

Dicembre 15, 2023by Ramona AllegriEdilizia0

Edilizia modulare: cos’è e quali sono i vantaggi. Negli ultimi anni, l’edilizia modulare ha suscitato sempre maggior interesse nel settore delle costruzioni. Questa innovativa tecnica di costruzione consiste nell’utilizzo di moduli prefabbricati, che vengono prodotti in fabbrica e poi assemblati in cantiere. Ma cos’è esattamente l’edilizia modulare e quali sono i suoi vantaggi? Cerchiamo di svelare il mistero.

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Una scelta sostenibile per l’ambiente.

Edilizia modulare: cos’è?

Questa tipologia di edilizia è un sistema di costruzione basato su moduli prefabbricati, che vengono progettati e realizzati in fabbrica. Questi moduli possono assumere diverse forme e dimensioni, a seconda delle esigenze del cliente. Possono essere utilizzati per costruire sia edifici residenziali che commerciali, come case, uffici, scuole, ospedali, alberghi e molto altro.

La vera forza dell’edilizia modulare è la sua flessibilità. I moduli sono realizzati in fabbrica, seguendo standard di qualità molto elevati, e possono essere personalizzati in base alle specifiche del cliente. Questo permette di ottenere soluzioni architettoniche uniche, che rispondono alle esigenze funzionali ed estetiche di ogni progetto. Inoltre, grazie alla modularità, è possibile aggiungere o rimuovere moduli in qualsiasi momento, consentendo di adeguare l’edificio alle future necessità.

edilizia modulare
Questa tipologia di edilizia è molto versatile e permette di personalizzare completamente l’edificio rendendolo unico nel suo genere.

I vantaggi

Ma quali sono i vantaggi dell’edilizia modulare rispetto alle tradizionali tecniche di costruzione? Innanzitutto, i tempi di realizzazione sono molto più rapidi. La produzione dei moduli in fabbrica avviene in contemporanea all’esecuzione dei lavori in cantiere, riducendo così i tempi globali di realizzazione. Inoltre, visto che i moduli vengono prodotti in ambiente controllato, l’edificio è garantito da eventuali condizioni atmosferiche avverse, aumentando la sicurezza e la qualità delle operazioni.

Un altro vantaggio importante dell’edilizia modulare è la riduzione dei costi. La produzione in serie dei moduli in fabbrica permette di ottenere economie di scala, riducendo così i costi di produzione. Inoltre, i tempi di realizzazione più brevi permettono di risparmiare sui costi di manodopera e di impatto ambientale. Infatti, l’edilizia modulare è un metodo di costruzione molto meno invasivo rispetto alle tradizionali tecniche di costruzione, riducendo il consumo di risorse naturali e l’emissione di rifiuti.

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Possono essere costruite con materiali ecosostenibili.

La versatilità

Ma l’edilizia modulare non è solo un metodo conveniente e sostenibile, è anche estremamente versatile. Grazie alla modularità dei moduli, è possibile creare edifici di diverse dimensioni e configurazioni, adattandosi a ogni tipo di esigenza. Inoltre, i moduli possono essere facilmente spostati o riconfigurati, consentendo di adattarsi ai cambiamenti del mercato o delle necessità dell’utente.

L’edilizia modulare è inoltre molto flessibile dal punto di vista architettonico. I moduli possono essere personalizzati con materiali e finiture di alta qualità, permettendo di creare edifici esteticamente piacevoli e funzionali. Inoltre, grazie alla tecnologia digitale e alle nuove tecniche di progettazione, è possibile sfruttare al meglio lo spazio disponibile, creando soluzioni di design innovative e intelligenti.

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Anche le strutture sportive si stanno adeguando a questa tipologia di costruzione.

Edilizia modulare: un’opzione sostenibile

Infine, ma non meno importante, questa tipologia di edilizia è anche un’opzione molto sostenibile. Riducendo il consumo di risorse naturali e l’emissione di rifiuti, si contribuisce a preservare l’ambiente. Inoltre, i moduli possono essere realizzati con materiali ecosostenibili, come il legno, che ha un impatto ambientale molto inferiore rispetto ai materiali da costruzione tradizionali.

In conclusione, questo tipo di edilizia è una tecnica di costruzione innovativa, flessibile, conveniente e sostenibile. Grazie alla modularità dei moduli, è possibile creare edifici personalizzati, riducendo i tempi di realizzazione, i costi e l’impatto ambientale. In un’epoca in cui la rapidità, l’efficienza e l’attenzione all’ambiente sono sempre più importanti, l’edilizia modulare si presenta come una soluzione ideale per il futuro delle costruzioni.

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Distanze tra edifici: cosa dobbiamo sapere

Dicembre 8, 2023by Veronica PerottoEdilizia0

Oggi cerchiamo di capire quali sono le regole riguardo le distanze minime da mantenere tra gli edifici. Quando occorrono 3 metri, quando 5 e quando 10 e, soprattutto, come facciamo quando questi limiti non possono essere mantenuti?

Quali leggi regolano le distanze tra edifici

Capire a quali regole attenersi in materia di distanze tra edifici non è semplice. L’argomento è disciplinato dagli articoli 873, 874, 875 e 876 del Codice Civile.

Distanze tra edifici
Distanze tra edifici

In particolar modo, l’articolo 873 dice: “Le costruzioni su fondi finitimi, se non sono unite o aderenti, devono essere tenute a distanza non minore di tre metri. Nei regolamenti locali può essere stabilita una distanza maggiore”.

Ci sono da tenere altri parametri in considerazione, come le pareti finestrate. In questo caso, l’articolo 9 del 2 aprile 1968 n. 1444, impone “la distanza minima di dieci metri tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti, le distanza tra fabbricati non si misurano in modo radiale, come invece avviene per le distanze rispetto alle vedute, ma in modo lineare tracciando linee perpendicolari tra gli edifici”.

Inoltre, sempre l’articolo 9 parla di edifici di nuova costruzione, dicendo: “L’obbligo di mantenere una distanza minima assoluta di dieci metri tra le proprie pareti finestrate e le pareti degli edifici antistanti. Tale norma, però, vede per la sua applicazione la necessaria sussistenza di una frontalità tra i due edifici e ciò comporta che, in caso di assenza del presupposto, non si assista ad alcuna violazione”.

Distanze tra edifici: tre metri

Capire le leggi non è semplice. Cerchiamo di fare chiarezza.

In alcuni casi è sufficiente una distanza minima da rispettare di tre metri. Partiamo dal presupposto che non si può mai scendere al di sotto di questa distanza minima, a meno che i fabbricati non siano costruiti adiacenti o in aderenza sul confine.

Secondo la legge il principio di prevenzione temporale è applicabile a chi costruisce per primo, anche se l’urbanistica locale non prevede una distanza minima.

Cinque metri

Ciò vuol dire che chi costruisce per primo impone la distanza minima da rispettare e coloro che costruiscono successivamente non possono fare altro che attenersi a tali regole.

Distanze tra edifici
Distanze tra edifici

Chi costruisce per primo può decidere di costruire in appoggio o in aderenza al confine evitando, così, qualsiasi distanza minima, che dovrà essere, però, mantenuta da chi costruisce successivamente.

Se, invece, chi costruisce per primo non costruisce in aderenza al confine, ma arretra tenendo una certa distanza, consente a chi costruire successivamente un margine maggiore per rispettare le regole sulle distanze tra edifici.

Dobbiamo, inoltre, tenere in considerazione le regolamentazioni urbanistiche locali. Sebbene quella generale stabilisca che debbano esserci almeno tre metri tra un edificio e l’altro, la maggior parte dell’urbanistiche locali stabilisce che questa distanza debba essere di cinque metri.

Dieci metri

In alcuni casi la distanza minima di tre o cinque metri non è sufficienza e ci si spinge fino a una distanza minima di 10 metri.

Ciò avviene quando gli edifici antistanti hanno almeno una parete finestrata. In questo caso entra in gioco anche l’indice di visuale libera che regolamenta non solo le distanze tra gli edifici ma anche le distanze con i confini di proprietà, con i confini stradali e le altezze.

Distanze tra edifici: eccezioni

Ci sono alcune eccezioni alle normali regole che abbiamo esaminato fino ad ora. Queste sono:

  • Interventi di risanamento conservativo.
  • Ristrutturazioni di edifici ubicati nelle zone omogenee A, ovvero nei centri e nei nuclei storici.
  • Gruppi di edifici che formano oggetto di piani particolareggiati o lottizzazioni convenzionate.
  • Deroghe previste per il risparmio energetico, come la realizzazione di un cappotto termico.
  • Deroghe territoriali.

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Piante in bagno: arredo ecosostenibile

Novembre 24, 2023by Alice LavorattiInterni0

Avere qualche pianta in casa aiuta a depurare l’ambiente. Questo perché l’elemento green naturale aiuta a filtrare l’aria, regolando il livello di umidità che si crea nelle stanze, soprattutto d’inverno, quando le finestre stanno molto spesso chiuse. Ecco allora che le piante in bagno diventano un vero e proprio alleato per un arredamento ecosostenibile: agiscono da catalizzatore di calore e umido, oltre ad essere un vero e proprio anti stess per chi se ne prende cura.

Purificare l’aria con le piante in bagno

Il bagno è sicuramente la stanza più umida della casa. Un luogo in cui potersi rifugiare e rigenerare grazie ad un bel bagno caldo o ad una skincare routine per viso e corpo.

Purtroppo però queste pratiche di rilassamento rendono spesso l’aria del bagno malsana e difficile da depurare. Non basta tenere aperta la finestra ogni tanto e pulire lo scarico di vasca, doccia e WC con i prodotti giusti. Un valido alleato per filtrare cattivi odori e umidità potrebbero proprio essere le piante in bagno.

piante in bagno arredo sostenibile
Vuoi un arredamento ecosostenibile? Scegli di mettere qualche pianta nel tuo bagno.

La pianta dona un tocco di eleganza e relax all’ambiente, migliorando la qualità dell’aria grazie alla sua capacità di assorbimento delle sostanze tossiche volatili. Proprio in bagno infatti si utilizzano lacca, solventi, e detergenti di ogni tipo. La pianta aiuta ad assorbire la formaldeide creata dal cospargimento di queste sostanze.

Felci ed edera

Le più adatte per assorbire formaldeide e xilene, un idrocarburo o un idrocarburo aromatico, sono la felce e l’edera. Sono piante facili da curare che aiutano a purificare l’aria e donano all’ambiente un tono ameno e rilassante.

Stessa funzione estetica ce l’ha il ficus benjamin. Questa pianta filtra in maniera naturale l’ambiente dall’ammoniaca e dal benzene, oltre che dalla trielina. Per ottenere lo stesso risultato, se avete un bagno troppo piccolo per un ficus, potreste pensare di mettere in bagno una piantina di aloe vera o i filodendri.

Se invece il vostro obiettivo più che purificare la stanza è quello di vivacizzare l’ambiente, allora vi consigliamo di utilizzare delle piante profumate da appendere al soffitto.

Piante in bagno per vivacizzare la stanza e regolare l’umidità

Continuando a parlare di piante in bagno che vivacizzano l’ambiente, il nostro consiglio è quello di scegliere piante bulbose, che richiedono un’irrigazione moderata e una luce solare filtrata. 

Ricordate che le piante ornamentali da bagno hanno bisogno di essere spostate se si utilizzano prodotti chimici aggressivi come la lacca. In quel caso prima di utilizzare il prodotto prendete la vostra piantina e portatela a prendere un po’ d’aria sul terrazzo o in un’altra stanza dove lo spazio è abbastanza ampio ed illuminato.

piante in bagno anti umidità
La prima funzione di una pianta oramentale da bagno è quella di assorbire l’umidità rendendo gli ambienti più puliti.

Se più che vivacizzare il vostro bagno state cercando di renderlo meno umido, scegliete delle piante come la caperlvenere o comunque delle piante che crescono in ambienti boschivi caldo umidi con le foglie a forma di ventaglio. Queste piante sono molto utili anche per assorbire i cattivi odori e le riconoscete per il loro colore verde brillante.

Piante in bagno belle e buone: le orchidee

Concludiamo il nostro articolo dedicato alle piante in bagno per un arredo ecosostenibile parlandovi di una pianta bella, ma anche buona. Stiamo parlando dell’orchidea, pianta dall’odore inconfondibile che richiede un alto tasso di umidità e molta luce.

Insomma è la pianta perfetta per il vostro bagno, anche perché assorbe l’umidità e contrasta il monossido di carbonio rilasciato dagli apparecchi a combustione come il phon o la piastra per capelli.

piante in bagno orchiedea
L’orchidea una pianta perfetta per il vostro bagno perché necessita di poche cure e assorbe i cattivi odori.

Queste sue caratteristiche la rendono anche una pianta facile da curare: ha bisogno di pochissima acqua e non prevede necessariamente di essere piantata in un vaso con della terra. Uno strumento d’arredo che catturerà i cattivi odori senza obbligarvi ad un controllo costante del terreno nel vaso o del ricambio dell’acqua.

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Manutenzione degli edifici: guida pratica

Novembre 17, 2023by Ramona AllegriEdilizia0

La manutenzione degli edifici è un aspetto fondamentale per garantire la stabilità, la sicurezza e la durabilità delle strutture. Spesso trascurata o considerata un aspetto secondario, la manutenzione può invece fare la differenza tra un edificio che si mantiene nel tempo e uno che rischia di deteriorarsi o addirittura crollare. In questo articolo, forniremo una guida pratica alla manutenzione degli edifici, con consigli e raccomandazioni utili per i proprietari o gli amministratori di immobili.

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L’importanza di una buona manutenzione è fondamentale.

L’importanza della manutenzione

Prima di tutto, è importante comprendere l’importanza della manutenzione preventiva. Agire tempestivamente sui segnali di deterioramento o malfunzionamento può evitare costosi interventi di riparazione o, peggio ancora, danni irreparabili. I controlli periodici sono fondamentali per individuare eventuali problemi in fase iniziale e intervenire in modo appropriato.

Una delle prime azioni da intraprendere è quella di creare una check-list di controllo per la manutenzione, che consenta di definire il programma delle attività da svolgere. Questa lista dovrebbe includere tutti i componenti dell’edificio che richiedono manutenzione, come impianti idraulici ed elettrici, tetto, facciata, ascensori, porte e finestre, pavimenti, muri e altre superfici. Ogni elemento dovrebbe essere controllato regolarmente per individuare segni di usura, danni o guasti.

Per semplificare la gestione delle attività di manutenzione, è possibile organizzare un archivio dei documenti relativi all’edificio, come progetti, planimetrie, certificazioni e rapporti di controllo. Questo archivio sarà di grande utilità per tenere traccia delle attività svolte e per facilitare futuri interventi di manutenzione o ricostruzione.

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La manutenzione ordinaria e straordinaria va sempre fatta in un edificio.

Impianti idraulici ed elettrici

La manutenzione degli impianti idraulici ed elettrici è uno degli aspetti più critici della manutenzione degli edifici. È importante eseguire regolarmente controlli sull’integrità degli impianti idrici, come tubazioni, valvole e impianti di scarico, per individuare eventuali perdite o problemi di pressione. Inoltre, è fondamentale controllare periodicamente gli impianti elettrici per individuare eventuali guasti o anomalie, al fine di prevenire cortocircuiti o incendi.

La facciata dell’edificio, oltre a essere un elemento estetico di grande rilevanza, svolge un ruolo fondamentale nella protezione dell’edificio dalle intemperie e dalle infiltrazioni d’acqua. È importante controllare regolarmente lo stato di conservazione della facciata, in particolare degli elementi decorativi, delle finiture e della sigillatura. Eventuali crepe o lesioni devono essere tempestivamente riparate per evitare danni strutturali o infiltrazioni che potrebbero portare a problemi di umidità o muffe.

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Utilizzate sempre delle protezioni di sicurezza quando effettuate la manutenzione.

La manutenzione del tetto

Un altro elemento importante da considerare è la manutenzione del tetto. Le infiltrazioni d’acqua possono causare danni notevoli alla struttura dell’edificio, quindi è essenziale controllare regolarmente il tetto e intervenire tempestivamente su eventuali problemi. La pulizia delle grondaie e il controllo delle guaine impermeabilizzanti sono azioni fondamentali per mantenere il tetto in buono stato di conservazione.

Le porte e le finestre dell’edificio possono rappresentare un punto di debolezza dal punto di vista della sicurezza e dell’isolamento termico. È pertanto consigliabile verificare periodicamente l’integrità dei serramenti, la funzionalità delle chiusure e la presenza di infiltrazioni d’aria. Un intervento tempestivo può evitare sprechi energetici e possibili intrusioni non autorizzate.

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Fare manutenzione agli edifici è importante per la sicurezza degli stessi.

Gli spazi interni dell’edificio

Infine, una buona manutenzione degli spazi interni dell’edificio, come pavimenti, muri e superfici, contribuisce a mantenere l’aspetto estetico dell’immobile e a prolungarne la vita utile. La pulizia regolare e l’uso di materiali di pulizia adeguati sono azioni fondamentali per mantenere le superfici in ottimo stato e prevenire danni o usure prematuri.

In conclusione, la manutenzione degli edifici è una pratica fondamentale per garantire stabilità, durabilità e sicurezza delle strutture nel tempo. Agire preventivamente, creare una check-list di controllo e organizzare un archivio dei documenti relativi all’edificio sono solo alcune delle azioni che i proprietari o gli amministratori di immobili possono intraprendere per garantire una corretta manutenzione. Prestando attenzione ai dettagli e agendo tempestivamente su eventuali segni di deterioramento o guasti, è possibile preservare l’integrità dell’edificio e garantirne una lunga vita.

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Ristrutturazioni intelligenti: ottimizzare

Novembre 10, 2023by Ramona AllegriEdilizia0

Ristrutturazioni intelligenti: ottimizza gli spazi della tua casa. L’edilizia è un settore che sta conoscendo una rapida evoluzione, grazie alle nuove tecnologie e alla ricerca di soluzioni innovative per rispondere alle esigenze dei tempi. In particolare, negli ultimi anni ha preso sempre maggior piede il concetto di ristrutturazione intelligente, ovvero di una riqualificazione degli spazi abitativi che tenga conto degli attuali bisogni delle persone e degli aspetti ambientali.

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La scelta di materiali eco-friendly è importante per la sostenibilità.

Ristrutturazione intelligente: cos’è?

Ma cosa si intende esattamente per ristrutturazione smart? In generale, si tratta di un processo di ottimizzazione degli spazi, che vede il coinvolgimento di diverse competenze, dalla progettazione all’impiego di tecnologie avanzate. L’obiettivo principale è quello di sfruttare al meglio gli ambienti disponibili, rendendoli confortevoli e funzionali, al tempo stesso riducendo i consumi energetici e i costi di gestione.

Una delle prime fasi del processo di ristrutturazione smart consiste nell’analisi della situazione esistente. In questo senso, è importante verificare la conformità degli impianti alle normative vigenti, la presenza di eventuali problemi di isolamento termico o acustico, la qualità degli infissi e delle finiture interne. Una volta individuati i punti di forza e di debolezza del contesto, è possibile avviare il processo di progettazione.

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Questo tipo di ristrutturazione permette di ottimizzare gli spazi ed è perfetta per le case di piccole e medie dimensioni.

La progettazione

La progettazione delle ristrutturazioni intelligenti è un passaggio cruciale, che richiede una buona dose di creatività e di competenze tecniche. Il primo aspetto da considerare è quello dell’ottimizzazione degli spazi, ovvero di individuare soluzioni che consentano di sfruttare al meglio ogni centimetro quadrato disponibile. A tal fine, possono essere impiegate diverse strategie, come ad esempio l’eliminazione delle pareti divisorie, l’impiego di soluzioni modulari o di mobili a scomparsa.

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Uno degli aspetti più importanti è sicuramente la progettazione.

Utilizzare tecnologie avanzate

Un’altra dimensione fondamentale della progettazione di questo tipo di ristrutturazione riguarda l’impiego di tecnologie avanzate. In particolare, si può pensare di installare sistemi domotici, che permettono di controllare facilmente gli impianti elettrici, idraulici e di climatizzazione tramite smartphone o tablet. In questo modo, è possibile ridurre i consumi energetici e migliorare la qualità della vita domestica.

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L’utilizzo di tecnologie avanzate rende il lavoro migliore.

L’uso di materiali green

Questo tipo di ristrutturazione può inoltre prevedere l’impiego di materiali eco-friendly e di impianti a basso impatto ambientale. Ad esempio, si può optare per l’isolamento termico delle pareti con materiali naturali, come la fibra di legno, la canapa o la lana di pecora. Inoltre, l’impiego di pannelli solari o di pompe di calore può consentire di ridurre i consumi energetici legati alla climatizzazione dell’abitazione.

Uno degli aspetti più interessanti delle ristrutturazioni intelligenti è quello della riqualificazione delle aree esterne dell’abitazione, come balconi, terrazzi e giardini. In questo senso, possono essere impiegate soluzioni originali, come ad esempio l’installazione di orti urbani, la creazione di zone relax o l’impiego di coperture verdi. In questo modo, si può non solo valorizzare gli spazi esterni, ma anche contribuire alla salvaguardia dell’ambiente urbano.

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Il monitoraggio e la verifica sono fondamentali per una buona riuscita della ristrutturazione intelligente.

Ristrutturazioni intelligenti: monitoraggio e verifica

Infine, questo tipo di ristrutturazione prevede anche una fase di monitoraggio e di verifica dei risultati ottenuti. In particolare, è importante verificare se gli obiettivi di riduzione dei costi e di miglioramento della qualità della vita sono stati raggiunti, al fine di apportare eventuali correzioni e miglioramenti al progetto iniziale. In questo senso, il coinvolgimento degli abitanti dell’abitazione può giocare un ruolo chiave, fornendo un feedback diretto sull’efficacia delle soluzioni adottate.

In conclusione, la ristrutturazione intelligente rappresenta una sfida e una opportunità per il mondo dell’edilizia. Grazie alla sinergia tra competenze tecniche, creatività e tecnologie avanzate, è possibile creare abitazioni confortevoli, funzionali ed eco-sostenibili, che rispondano alle esigenze dei tempi. L’ottimizzazione degli spazi è solo il primo passaggio di un viaggio destinato a durare a lungo, fatto di innovazione, di ricerca e di impegno verso un futuro più sostenibile per tutti.

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Rete porta intonaco per una parete perfetta

Novembre 3, 2023by Veronica PerottoCostruzioni0

La rete porta intonaco è un’ottima soluzione per rendere perfetta una parete che ha bisogno di consolidamento, sia che essa sia una facciata o una parete interna.

Rete porta intonaco, intonaco armato e reti antifessurazione

Quando parliamo di questo tipo di consolidamento murario possiamo sentire diversi termini: rete porta intonaco, intonaco armato, reti antifessurazione, ecc.

Rete porta intonaco
Intonaco armato

I termini rete porta intonaco e intonaco armato possono essere considerati dei sinonimi, i quali indicano praticamente lo stesso tipo di intervento.

Anche rete porta intonaco e reti antifessurazione possono essere considerati sinonimi, in quanto utilizzano delle caratteristiche specifiche del prodotto per nominarlo. L’intonaco armato, infatti, ha come caratteristiche proprio l’antifessurazione e il porta intonaco.

Cos’è la rete porta intonaco

L’intonaco armato è una soluzione sempre più utilizzata per il consolidamento delle facciate esterne degli edifici o delle pareti interne. Esso viene utilizzato in fase di ristrutturazione, quando le pareti necessitano di opere e interventi di consolidamento.

L’intonaco armato garantisce un’alta resistenza meccanica, migliorando la stabilità della parete, l’aderenza dell’intonaco al substrato e apporta anche un notevole miglioramento sismico.

Materiali utilizzati

La rete porta intonaco non è una tecnologia moderna, ma viene utilizzata già dagli anni ’80. Nonostante ciò è ancora la principale proposta quando si effettua una ristrutturazione.

Rete porta intonaco
Le reti vengono vendute in rotoli

Negli anni, però, sono stati migliorati i materiali utilizzati. Inizialmente, infatti, venivano utilizzate delle reti metalliche. Oggigiorno si utilizzano principalmente le reti in fibra di vetro o le reti in polipropene.

Le reti in fibra di vetro vengono utilizzate nelle pareti particolarmente esposte alle sollecitazioni o nella realizzazione del cappotto termico.

Le reti in polipropene, invece, vengono utilizzate laddove non si necessitano di particolari caratteristiche come quelle prima citate.

Intonaco armato senza rete metallica

In molti casi vengono ancora utilizzate le vecchie reti porta intonaco in metallo. Ma perché dovremmo prediligere un intonaco armato con materiali più moderni?

La rete porta intonaco in fibra di vetro o in polipropene ha diversi vantaggi:

  • Proprietà antifessurazione.
  • Attività porta intonaco.
  • Inerzia chimica totale.
  • Riduzione del ritiro dell’intonaco.
  • Duttilità.
  • Leggerezza.
  • Flessibilità.
  • Sagomabilità.
  • Azione meccanica, antisismica e statica.

Quando è consigliato l’utilizzo

In quali casi è consigliata l’applicazione di un intonaco armato in fase di ristrutturazione?

  • L’intonaco è rovinato e presenta tracce di fessurazione.
  • Degrado generale dell’intonaco.
  • Cattiva qualità dei materiali utilizzati in fase di costruzione.
  • Cattiva posa dell’intonaco in fase di costruzione.
  • Penetrazione di acqua e umidità.
  • Crepe visibili.

Caratteristiche della rete porta intonaco

La caratteristica principale dell’intonaco armato è quella di migliorare la stabilità e il consolidamento della parete che richiede l’intervento.

Rete porta intonaco
Parete danneggiata

Inoltre l’intonaco armato è:

  • Leggero.
  • Ha un’elevata azione antifessurazione.
  • Ha un’elevata azione porta intonaco.
  • Riduce e controlla il ritiro dell’intonaco.
  • Ha ottime prestazioni meccaniche.
  • Ha una totale inerzia chimica.

Alla rete possono essere aggiunte anche altre caratteristiche, a seconda delle esigenze. Possono essere implementate le caratteristiche ignifughe, ad esempio.

Applicazione

L’applicazione e la posa della rete porta intonaco deve essere effettuata da un esperto. Essa prevede diverse fasi:

  • Pulitura: innanzitutto si elimina completamente il vecchio intonaco e le parti di muratura danneggiate. Dopodiché si esegue un idrolavaggio di tutta la superficie.
  • Messa a vivo della muratura.
  • Posizionamento della rete: solitamente si sovrappongono diversi strati, fino a raggiungere i 10 cm di spessore.
  • Getto del secondo strato di intonaco, avendo cura di coprire completamente la rete, per evitare la formazione di bolle e piegature.

L’intonaco armato non prevede l’utilizzo di specifiche tipologie di malta. La malta può essere a base cementizia, calce idraulica, pozzolana, ecc. Solitamente è il progettista a scegliere il tipo di malta, a seconda della tipologia di muratura sulla quale stiamo effettuando l’intervento.

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Digital Twin: le nuove tecnologie nell’edilizia

Ottobre 27, 2023by Ramona AllegriEdilizia0

Digital Twin: le nuove tecnologie nell’edilizia. L’edilizia è un settore in continua evoluzione, sempre alla ricerca di soluzioni innovative e tecnologie all’avanguardia. In questo contesto, negli ultimi anni, si sta affermando una nuova frontiera tecnologica chiamata “Digital Twin”, una soluzione rivoluzionaria che promette di avere un impatto significativo sull’intero ciclo di vita di un edificio, dalla progettazione alla manutenzione.

digital twin
L’utilizzo di questo tipo di tecnologie in edilizia permette di avere una panoramica dettagliata e completa dell’edificio.

Digital Twin: cos’è?

Ma cos’è questa tecnologia? Si tratta di una rappresentazione digitale fedele di un edificio, che integra le informazioni provenienti dai sistemi di controllo e di monitoraggio dell’edificio stesso. Il Digital Twin è quindi una sorta di “gemello digitale” dell’edificio reale, che permette ai progettisti, ai costruttori e ai manutentori di avere una panoramica completa e dettagliata dell’edificio in tempo reale.

Il Digital Twin è in grado di raccogliere e analizzare dati provenienti da sensori, attuatori e altri dispositivi di monitoraggio presenti nell’edificio, permettendo di identificare eventuali problemi, di prevenire guasti e di migliorare l’efficienza energetica. Inoltre, il Digital Twin può essere utilizzato anche per simulare diversi scenari, come ad esempio il comportamento dell’edificio in caso di catastrofi naturali o di incendi, permettendo di valutare i possibili danni e di identificare le aree critiche dell’edificio.

digital twin
Un grande aiuto per la progettazione dell’edificio e anche per la sua manutenzione.

Come funziona

Ma come funziona in pratica? In generale, il processo di creazione di un Digital Twin prevede l’integrazione dei dati provenienti da diversi sistemi di monitoraggio dell’edificio, attraverso una piattaforma software dedicata. In questo modo, gli utenti possono accedere a una vasta gamma di informazioni, tra cui i dati relativi alla temperatura, all’umidità, alla pressione dell’aria, al consumo energetico e molto altro ancora.

Inoltre, gli utenti possono anche utilizzare questa tecnologia per visualizzare l’edificio in 3D e per simulare diverse situazioni, grazie all’utilizzo di software avanzati di modellizzazione. Questo permette di identificare eventuali problemi di progettazione o di manutenzione dell’edificio, di analizzare le performance energetiche e di valutare possibili scenari di sviluppo.

digital twin
Gli operai necessitano di una formazione apposita e adeguata per l’utilizzo dei software.

I vantaggi

Ma quali sono i vantaggi di utilizzare questa tecnologia nell’edilizia? In primo luogo, questa tecnologia consente di migliorare l’efficienza energetica e di ridurre i costi di gestione dell’edificio. Grazie alla raccolta e all’analisi dei dati, infatti, è possibile individuare i punti deboli dell’edificio e di intervenire in modo mirato per migliorarne le prestazioni energetiche.

In secondo luogo, rappresenta un’importante risorsa per i progettisti e per gli architetti, che possono utilizzare i dati raccolti per migliorare la progettazione degli edifici futuri. Grazie a questa tecnologia, infatti, è possibile simulare e valutare diverse soluzioni di progettazione, identificando quelle più efficienti e sostenibili.

In terzo luogo, questa tecnologia permette di ottimizzare la manutenzione dell’edificio, prevenendo guasti e riducendo i tempi di inattività. Grazie alla raccolta dei dati provenienti dai sensori, è possibile individuare eventuali anomalie o problemi, e intervenire tempestivamente per risolverli.

digital twin
Ogni volta che arrivano nuove tecnologie da utilizzare arrivano anche nuove sfide.

Le sfide nell’uso di queste tecnologie nell’edilizia

Ma quali sono le sfide che si presentano nell’implementazione di queste tecnologie nell’edilizia? In primo luogo, è necessario affrontare il problema della disponibilità dei dati. Per creare un Digital Twin, infatti, è necessario raccogliere e analizzare una vasta quantità di informazioni provenienti da diversi sistemi di monitoraggio dell’edificio. Questo richiede un’integrazione e una standardizzazione dei dati, che può essere difficile da realizzare in caso di sistemi eterogenei.

In secondo luogo, è importante affrontare il problema della privacy e della sicurezza dei dati. I dati sensibili che vengono raccolti dal Digital Twin devono essere protetti da eventuali attacchi informatici e da possibili utilizzi impropri.

In terzo luogo, è necessario affrontare il problema della formazione e della preparazione degli operatori nell’utilizzo del Digital Twin. Per sfruttare appieno le potenzialità del Digital Twin, è necessario avere una solida conoscenza dei dati e delle tecniche di analisi, oltre che delle tecnologie di modellizzazione e di simulazione.

Conclusioni

In conclusione, questa tecnologia rappresenta una vera e propria rivoluzione nell’edilizia, una tecnologia in grado di migliorare l’efficienza energetica, di ottimizzare la manutenzione dell’edificio e di migliorare la progettazione degli edifici futuri. Tuttavia, per sfruttare appieno le potenzialità di questa tecnologia, è necessario affrontare le sfide legate alla disponibilità dei dati, alla privacy e alla sicurezza dei dati e alla formazione degli operatori. Solo così sarà possibile utilizzare queste tecnologie per creare edifici sempre più efficienti, sostenibili e sicuri.

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Trend abitativi 2023 per trovare casa

Ottobre 20, 2023by Alice LavorattiInterni0

Ognuno di noi sa cosa desidererebbe per la propria casa ideale. Ma quali sono le richieste più frequenti fatte da coloro che cercano una nuova abitazione? In questo articolo, vedremo i trend abitativi 2023 per individuare la propria casa perfetta. Se state cercando casa, ma non sapete quali domande fare a Google per trovare quella giusta continuate a leggere il nostro articolo.

Trend abitativi 2023 e cambio di esigenze post Covid

Purtroppo il Covid ha cambiato anche il nostro modo di vedere la casa. Non solo, a portato con sé anche tantissime incertezze economiche e geopolitiche, tanto che chiunque in questo momento sia alla ricerca di una nuova a casa risulta molto confuso nonostante dentro di sé sappia perfettamente qual è la sua casa ideale.

trend abitativi 2023
Quali sono le dinamiche che ci fanno scegliere una casa piuttosto che un’altra oggi nel 2023? Scopriamolo in questo articolo.

Oggi vedremo insieme quali sono i trend abitativi 2023, ovvero tutte quelle tendenze o idee utili per capire quale possa essere la casa giusta da comprare in questo momento, nel primo vero post pandemia.

La maggior parte delle persone cerca luminosità, spazi ampi, vicinanza a negozi e servizi senza dimenticare gli spazi verdi. Case super smart, a basso impatto ambientale e possibilmente di proprietà. Scopriamo insieme come trovare la casa perfetta.

Primo trend: più spazio e più luce per tutti!

Il primo dei trend abitativi 2023 di cui vogliamo parlarvi è proprio quello della ricerca di più spazio e più luce per tutti. Questa è una vera e propria conseguenza della pandemia: se prima andavano molto di moda i piccoli appartamenti nei centri città, magari senza nemmeno un balcone, adesso tutti cercano case accoglienti e ben organizzate.

La parola d’ordine e spazio per conciliare le attività quotidiane come lo smart working o le lezioni online. Ormai lavorare e studiare da casa sono diventate attività facenti parte integrante della cultura organizzativa di molte aziende, scuole e famiglie.

trend abitativi 2023
La famiglia ha cambiato esigenze e così sono cambiate anche le richieste per le nuove case.

Proprio per questo motivo chi cerca casa oggi cerca spesso una stanza aggiuntiva dove poter lavorare in tranquillità. Questa ricerca dello spazio e poi estesa anche allo spazio esterno, tanto che in molti oggi cercano come condizione sine qua non una casa con terrazzo, balcone o piccolo giardino.

Trend abitativi 2023: la periferia è bella

In continuità con quello di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente, c’è anche il secondo dei trend abitativi 2023, ovvero la ricerca di una casa in periferia piuttosto che nel centro della città.

Anche se all’ordine del giorno c’è sempre la ricerca di un’abitazione vicina a servizi utili e necessari come farmacie supermercato, la priorità è sempre quella di stare quanto più lontani possibili dalla sede di lavoro o dai rumori del centro cittadino.

Inoltre, questa soluzione permette di trovare case ad un prezzo agevolato con spazi interni ed esterni molto più grandi. L’obiettivo è acquistare uno spazio orientato al comfort e al benessere della persona e della famiglia. Spazi che possono anche essere Ri qualificati in un secondo momento, collegati ad aree verdi, in cui si possono installare dispositivi all’avanguardia e sistemi per l’energia eco sostenibile.

Classe A e casa intelligente

Passiamo ora a vedere il trend più interessante, ovvero la ricerca di una casa in classe energetica A possibilmente intelligente. Recenti studi dedicati al mercato immobiliare hanno registrato un aumento delle richieste di case ad alta sostenibilità ambientale.

Le famiglie desiderano spazi ecosostenibili che possano non solo farli risparmiare in bolletta, ma che possono anche essere rispettosi dell’ambiente senza dimenticare la garanzia del massimo comfort.

trend abitativi 2023
Nella scelta della casa oggi si prediligono strumenti smart ed ecosostenibilità.

Ecco quindi che in molti piani di ristrutturazione prevendita vengono installati pannelli fotovoltaici e soluzioni smart con tecnologia avanzata per la gestione dell’approvvigionamento energetico e della sicurezza casalinga. La casa ideale può essere gestita a distanza tramite smartphone o assistenti vocali e presenta dispositivi IoT che comunicano tra loro.

Ultimo dei trend abitativi 2023: la casa di proprietà

Dopo un lungo periodo pre pandemia in cui in molti prediligevano l’affitto all’acquisto di una casa di proprietà, oggi tra i trend abitativi 2023 c’è proprio quello di acquistare una casa e renderla propria a tutti gli effetti senza dover sottostare alle regole di un affittuario.

Sono cambiate le priorità e le esigenze abitative: la casa è un rifugio affidabile e ricercato, non è più un peso da sopportare a fine mese con la rata del mutuo. Adesso si è disposti ad indebitarsi anche per anni piuttosto di avere per le mani una casa di proprietà.

Molte famiglie lo vedono come un vero e proprio investimento che offre vantaggi che vanno aldilà delle considerazioni puramente economiche e finanziarie, ovvero acquisire un posto che regali senso di stabilità e appartenenza oltre alla libertà di poter essere personalizzato è cambiato nel tempo proprio piacimento.

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