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Author: Veronica Perotto

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Guaina: tutto quello che devi sapere

Aprile 8, 2023by Veronica PerottoEdilizia0

Che cos’è la guaina per il tetto? Quali sono le tipologie disponibili sul mercato? Quali sono i pro e i contro e quali sono le cose che dovremmo sapere per installarla? Ecco tutto quello che devi sapere a riguardo.

Cos’è la guaina

La guaina è un materiale utilizzato per la copertura dei tetti. O meglio, è un insieme di diversi materiali utili ed efficienti allo scopo di impermeabilizzare e isolare i tetti degli edifici.

Per lo più essa è composta da bitume. Ma sono diffusi anche altri materiali, come resine, plastificanti e polimerizzanti.

Il suo scopo principale è, appunto, quello di impermeabilizzare il tetto, proteggendo gli ambienti dagli agenti atmosferici. Tuttavia, essa può esercitare anche una funzione di isolante termico.

Non è una soluzione “antiquata”

Si tratta della soluzione più diffusa in Italia. E questo non dipende solamente dal fatto che la maggior parte degli edifici presenti nel paese siano “datati”.

Sebbene la guaina sia una soluzione vecchia di decenni, essa rimane una delle scelte principali ancora oggi, quando si tratta di isolare e impermeabilizzare il tetto.

Tipologie di guaina

Sul mercato esistono diverse tipologie di guaina, che si differenziano per diversi aspetti: materiale, prestazione, composizione.

Guaina
Guaina

Una delle distinzioni principali è quella tra la guaina liquida e quella bituminosa.

La prima è composta principalmente da resine, plastificanti e polimerizzanti. Non sono esattamente liquide, ma pastose e gelatinose. Oltre a garantire l’impermeabilizzazione, essa garantisce anche una protezione maggiore dai raggi ultravioletti. Per la posa si utilizza un rullo o, meno frequentemente, un pennello. Infine, queste si differenziano in base alla densità.

La seconda è quella bituminosa ed è la tipologia più diffusa. È composta principalmente da bitume ed è più economica. Tuttavia, il suo scopo è solo quello di impermeabilizzare e non di proteggere dai raggi ultravioletti. Esiste, però, una sottocategoria che contiene, oltre al bitume, anche l’ardesia e garantisce anche una protezione contro i raggi ultravioletti.

La posa è più complicata rispetto alla guaina liquida. I rotoli, infatti, vanno stesi e sottoposti a calore, per farli sciogliere leggermente e aderire alla superficie.

I pro della guaina…

Oggigiorno esistono altri materiali isolanti e impermeabili da posare sui tetti, tuttavia la guaina rimane il metodo più scelto. Perché?

Guaina
Guaina

Ecco i pro:

  • Posa rapida: sia nel caso della guaina liquida che in quello della bituminosa, la posa è molto veloce e più semplice rispetto ad altre impermeabilizzazioni.
  • Impermeabilizzazione ottima e resistenza agli agenti atmosferici.
  • Resistenza termica: le guaine non subiscono danni da compressione e decompressione nelle temperature comprese tra -5° e i +40°.
  • Prezzo vantaggioso: senza dubbio i costi bassi sono uno degli elementi che ne caratterizzano la diffusione.

… e i contro

D’altro canto dobbiamo annoverare anche alcuni contro:

  • Estetica: dal punto di vista estetico la guaina non è la soluzione più bella da vedere, anche se quelle a base d’ardesia o di resina garantiscono una resa estetica migliore.
  • Basso isolamento termico: dal punto di vista dell’isolamento termico non sono la soluzione migliore.
  • Incompatibilità di materiale: su alcuni materiali non si possono applicare le guaine. In particolare nel caso di tetti in legno.
  • Evitare il fai da te: uno dei contro è che non ci si può affidare al fai da te. O meglio, in moltissimi, soprattutto nei decenni scorsi hanno posato le guaine autonomamente. Tuttavia, per garantire una posa adeguata ed efficiente bisogna affidarsi a un operario specializzato.

Quanto dura la guaina?

Generalmente la guaina del tetto ha una vita media di 15/20 anni. Dopodiché andrebbe sostituita per garantire la massima efficienza. Tuttavia, in alcuni casi potrebbe danneggiarsi prima del tempo. È il caso di eventi atmosferici estremi, nevicate intense o temperature che vanno al di sotto dei -5° o al di sopra dei +40° per un periodo prolungato di tempo.

 

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Differenza tra bioedilizia, architettura bioclimatica e architettura sostenibile

Marzo 7, 2023by Veronica PerottoEdilizia0

Oggi si sente sempre parlare di architettura sostenibile, bioclimatica, edilizia green, ecc. Tuttavia, può capitare che si finisca per fare confusione tra un termine e l’altro. Per questa ragione oggi vogliamo esaminare meglio quali sono le differenze tra architettura bioclimatica e architettura sostenibile.

Sostenibilità ambientale nell’edilizia: architettura bioclimatica e bioedilizia

La sostenibilità ambientale è un argomento che non può più essere sottovalutato. L’emergenza climatica, il livello di inquinamento e di emissioni, ecc ci hanno messo di fronte all’esigenza di ridurre la nostra impronta ambientale.

Questo discorso è valido per tutti gli aspetti della nostra vita e anche per il settore dell’edilizia. Sebbene ci siano delle leggi che regolamentano e definiscono il livello minimo di sostenibilità da raggiungere e il tetto massimo di emissioni consentito, il settore dell’edilizia è sempre più attento all’argomento sostenibilità.

Bioedilizia

La bioedilizia ha origini più recenti rispetto all’architettura bioclimatica. Dal secolo scorso è iniziata a diffondersi un’attenzione maggiore verso il fattore sostenibilità, cosa che ha coinvolto anche il settore dell’edilizia.

Bioedilizia
Bioedilizia

In questo settore quando si parla di bioedilizia si intende principalmente un’attenzione maggiore verso i materiali e le risorse utilizzate, sulla loro provenienza e sul loro impatto ambientale, prediligendo quelli che hanno un’impronta ambientale più bassa.

Vengono scelti materiali e risorse che impattano meno sull’ambiente, cercando di avvicinare l’architettura all’ambiente naturale.

Nello specifico la bioedilizia si concentra sui materiali, le tecniche e le soluzioni naturali, affinché esse siano sicure tanto per l’uomo quanto per l’ambiente.

La bioedilizia predilige i materiali naturali, quali possono essere il legno, la roccia, la lana di roccia, le tessili naturali. Una casa prefabbricata in legno può essere un esempio di bioedilizia, ma non solo.

In alcuni contesti si è cercato di portare questo tipo di soluzioni non solo verso la singola abitazione, ma all’interno grattacielo, quartiere o, addirittura, città.

Cos’è l’architettura bioclimatica

L’architettura bioclimatica ha origini molto più antiche, anche se nel tempo si è voluta e ha iniziato ad andare di pare posso con la bioedilizia.

Architettura bioclimatica
Architettura bioclimatica

L’architettura deve tenere conto delle condizioni climatiche locali ed adeguarsi di conseguenza. È un concetto che si è sempre utilizzato, sin dall’antichità, molto prima che anche il solo termine architettura venisse coniato.

Lo scopo è quello di creare il massimo comfort per le persone che vivono all’interno dell’abitazione. Ma oggi lo scopo è anche quello di ridurre i consumi energetici e di conseguenza il proprio impatto sull’ambiente.

In alcuni contesti climatici estremi l’architettura bioclimatica è utilizzata da sempre, per garantire un comfort maggiore alle persone. Si pensi al deserto, dove si costruisce cercando di sfidare il caldo estremo, o ai paesi nordici, dove, al contrario, si sfida il freddo polare.

Oggi l’architettura bioclimatica ha però raggiunto anche luoghi dove il clima mite non richiede eccessive accortezze. Tuttavia, realizzare una struttura che tiene in considerazione le condizioni climatiche vuol dire anche ridurre notevolmente i consumi energetici, fino ad arrivare a impatto zero o quasi.

Si tratta di una soluzione concreta ai problemi climatici e ambientali, ma anche alla crisi energetica.

A differenza della bioedilizia, che si concentra sui materiali utilizzati, l’architettura bioclimatica si concentra maggiormente sulle prestazioni energetiche dell’edificio. Lo fa cercando di utilizzare le risorse offerte dalla natura stessa, studiando la posizione dell’edificio e delle stanze, la ventilazione, la luce naturale, i sistemi di accumulo, le superfici trasparenti, l’isolamento termico, l’energia rinnovabile.

Cos’è l’architettura sostenibile

Per architettura sostenibile, invece, si intendono tutti i diversi tipi di interventi che mirano a ridurre la propria impronta ambientale. Per ridurre la propria impronta ambientale possono essere adottate soluzioni diverse e combinare le diverse soluzioni tra di loro.

Ciò vuol dire che sia la bioedilizia che l’architettura bioclimatica rientrano nell’architettura sostenibile, la quale può essere considerata una sorta di macro categoria delle altre.

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APE: cos’è e a cosa serve

Febbraio 7, 2023by Veronica PerottoEdilizia0

Il certificato energetico APE (Attestazione di Prestazione Energetica), è un attestato contenente tutte le informazioni riguardanti l’isolamento termico e il consumo energetico di un’abitazione.

Scopriamo insieme cos’è, a cosa serve e tutto quello che dobbiamo sapere a riguardo.

Cos’è la certificazione APE

L’APE è una certificazione rilasciata da un tecnico abilitato che valuta lo stato di un’abitazione o di un edificio, sotto il profilo dell’isolamento termico e del consumo energetico.

APE
APE

L’attestato serve a valutare le condizioni termiche ed energetiche dello stabile. Nello specifico esso:

  • Fornisce le informazioni sulla qualità energetica dell’immobile, avvalendosi di un sistema di classificazione predefinito.
  • Promuove l’efficienza energetica, fornendo la prestazione energetica dell’edificio.

Cosa è contenuto all’interno dell’APE

L’APE è una certificazione standard a livello nazionale, per questo se redatto correttamente deve contenere sempre le stesse informazioni.

APE
APE

Se redatto correttamente l’attestato contiene le seguenti informazioni:

  • Prestazione energetica globale, divisa in energia primaria totale ed energia primaria non rinnovabile, entrambi i dati seguono i rispettivi indici.
  • Classe energetica, considerato uno degli elementi più importanti ed è stabilita attraverso l’indice di prestazione energetica globale.
  • Qualità energetica: ovvero gli indici che indicano la prestazione termica per la climatizzazione invernale, l’area termica solare e la trasmittanza termica periodica.
  • Requisiti minimi di efficienza energetica.
  • Emissioni di anidride carbonica.
  • Indici di prestazione energetica rinnovabile e non rinnovabile.
  • Quantità annua di energia consumata.
  • Elenco dei servizi energetici e relative efficienze.
  • Proposte per il miglioramento dell’efficienza energetica.

Scala energetica

Non tutti conoscono tutti gli indici riportati su un certificato di prestazione energetica APE, ma quasi tutti sanno ormai cosa vogliano dire le lettere che ne attestano la qualità energetica.

Ad oggi la scala di classificazione APE è composta da 10 classi cha vanno dalla G all’A4, laddove per G si intende la minore efficienza energetica e per A4 la maggiore efficienze energetica.

Normative

Spesso il certificato APE è obbligatorio, come nel caso di compravendita o di locazione di interi edifici. Se decidiamo di vendere un’immobile, l’attestato deve essere obbligatoriamente allegato al contratto.

APE
APE

Le linee guida nazionali dell’attuale modello di attestazione di prestazione energetica sono entrate in vigore a partire dal primo ottobre del 2015.

Le normative sottolineano che un annuncio di vendita o locazione debba contenere le informazioni sulla qualità energetica dell’edificio e che il sistema sia comune su tutto il territorio nazionale.

Come fare l’APE

Per redigere l’APE abbiamo bisogno di un tecnico abilitato a farlo, il quale avrà premura di fare un sopralluogo. Inoltre, avremo bisogno di una serie di documentazioni: visura catastale, planimetria, libretto d’impianto, ecc.

Il tecnico, inoltre, valuterà le stratigrafie, le caratteristiche degli elementi costruttivi, le caratteristiche degli impianti, ecc.

Lo stesso tecnico utilizzerà uno dei software per effettuare i calcoli necessari e determinare gli indici di prestazione energetica.

Il certificato una volta redatto è valido per 10 anni.

Quando è obbligatorio

L’APE è sempre obbligatorio per gli edifici di nuova costruzione e per quelli sottoposti a demolizione e ricostruzione. È, inoltre, obbligatorio per tutti gli edifici al momento della compravendita o di un nuovo contratto di locazione.

Il certificato è anche richiesto nei casi di:

  • Significativi lavori di ristrutturazione.
  • Atti notarili di compravendita.
  • Contratti d’affitto.
  • Richiesta di detrazioni fiscali, come Superbonus o Ecobonus.
  • Annunci immobiliari.
  • Richiesta di incentivi statali sull’energia degli impianti fotovoltaici.

APE, da non confondere con ACE e AQE

Oltre all’APE, che è l’Attestato di Prestazione Energetica, esistono anche le certificazioni energetiche ACE e AQE, le quali non sono da confondere con la prima.

L’ACE è l’Attestato di Certificazione Energetica, il quale individua le caratteristiche energetiche di un’immobile. Mentre l’AQE è l’Attestato di Qualificazione Energetica, il quale certifica che durante i lavori siano stati rispettati gli indici per il miglioramento energetico dello stabile.

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Bonus casa 2023

Gennaio 7, 2023by Veronica PerottoEdilizia0

Anno nuovo bonus nuovi… e vecchi bonus rinnovati e riconfermati. Sognate di comprare o ristrutturare casa nel 2023? Ecco tutti i bonus casa dei quali potrete avvalervi.

Superbonus 2023

Iniziamo subito dal bonus che più ha fatto parlare di sé negli ultimi anni: il Superbonus 110%. Ci sarà ancora nel 2023?

Bonus casa 2023
Bonus casa 2023

La nuova Legge di Bilancio ha previsto il rinnovo del Superbonus, il quale, però, non sarà più del 110%, ma scenderà al 90%.

Tuttavia, non si tratta di un cambiamento che interesserà tutti. I condomini e gli edifici da 2 a 4 abitazioni avranno accesso al 90%, ma in alcuni casi si potrà ottenere il 110% anche nel corso del 2023.

Per i condomini si potrà accedere al 110% nel caso in cui:

  • L’assemblea ha deliberato i lavori entro il 18 novembre 2022 e ha presentato la Cilas entro 31 dicembre 2022.
  • L’assemblea ha deliberato i lavori tra il 19 e il 24 novembre 2022 e ha presentato la Cilas entro il 25 novembre 2022.
  • L’assemblea ha richiesto interventi di demolizione e ricostruzione entro il 31 dicembre 2022.

Per gli edifici da 2 a 4 abitazioni, invece, si potrà accedere al 110% nel caso in cui:

  • La Cilas è stata presentata entro il 25 novembre 2022.
  • Il titolo abilitativo di demolizione e ricostruzione è stato presentato entro 31 dicembre 2022.

Per quasi tutti gli altri (unifamiliari, prima casa, Onlus, Iacp) il Superbonus passerà dal 110% al 90%.

Bonus casa 2023: tetto spesa e aliquota

L’aliquota al 50% è stata confermata anche per il 2023, così come il tetto spesa a 96.000 euro.

Bonus casa 2023
Bonus casa 2023

Sono ammessi al bonus tutti gli interventi di manutenzione straordinaria. Mentre per i condomini oltre agli interventi di manutenzione straordinaria sono ammessi anche quelli di manutenzione ordinaria.

Sismabonus

Nel caso in cui gli interventi di manutenzione straordinaria riguardano il consolidamento di fabbricati in zone sismiche 1, 2 e 3, l’aliquota sale dal 50% all’80% su un tetto spesa sempre di 96.000 euro. Ciò avviene se con gli interventi in questione la classe di rischio scende di due punti.

Per chi acquista una casa nelle zone sismiche in un edificio completamente ristrutturato l’aliquota sale all’85%.

Ecobonus e Fotovoltaico

Per l’ecobonus, e quindi per il risparmio energetico, l’aliquota è confermata al 65%. Fanno parte di questo bonus casa gli interventi come la sostituzione di una caldaia vecchia con una nuova a condensazione o gli interventi di domotica con il fine del risparmio energetico.

In alcuni casi, invece, l’aliquota sale all’80%. Ciò succede quando l’ecobonus è abbinato agli interventi di consolidamento. Per tende e oscuranti, invece, l’aliquota è fissata al 50%.

Anche nel caso dei pannelli fotovoltaici l’aliquota è fissata al 50%. Il bonus comprende sia l’installazione di un impianto nuovo che il potenziamento di un impianto già esistente.

Bonus casa 2023: classe A

Se scegliamo di acquistare una nuova casa nel 2023 dobbiamo sapere che possiamo avvalerci di un taglio dell’IVA del 50%, nel caso acquistiamo una casa a risparmio energetico e, quindi, in classe A o B.

Bonus casa 2023
Bonus casa 2023

Bonus mobili e bonus verde

Il bonus mobili scende da 10.000 euro a 8.000 euro. Meglio di quanto era stato previsto, ovvero di portare il tetto massimo di spesa a 5.000 euro. Rientrano nel bonus mobili arredi e grandi elettrodomestici destinati a immobili ristrutturati.

Il tetto spesa per il bonus verde, invece, rimane fisso a 5.000 euro, con aliquota al 36%. Rientrano nel bonus verde interventi di rifacimento terrazzi e giardini.

Bonus casa 2023: ascensori

Infine, abbiamo il bonus ascensori, per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Il bonus comprende, oltre agli ascensori, anche pedane, montascale e tutti gli interventi volti a migliorare l’accessibilità e la mobilità.

La detrazione in questo caso è confermata al 75%.

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Manutenzione ordinaria e straordinaria

Dicembre 10, 2022by Veronica PerottoEdilizia0

Quando si parla di lavori in casa è sempre molto complesso districarsi con i termini burocratici e con cosa possiamo o non possiamo fare. Oggi andiamo a vedere quale è la differenza tra manutenzione ordinaria e straordinaria e cosa possiamo fare in un caso o nell’altro.

Manutenzione ordinaria: definizione

In poche parole, la manutenzione ordinaria non riguarda opere strutturali. Essa viene effettuata per mantenere in efficienza la struttura, gli impianti e gli infissi dell’abitazione, ma non li modifica. Mantiene solamente la casa alla sua totale efficienza.

Manutenzione ordinaria e straordinaria
Lavori di pittura e tinteggiatura

Fanno parte di essa le attività di pulizia (come la pulizia di una grondaia) o la sostituzione di alcuni elementi degli elettrodomestici. Ma anche lavori più grandi possono rientrare in questa categoria. Come la sostituzione di infissi, ma solo se sono delle stesse dimensioni dei precedenti.

Tra i principali lavori che fanno parte della manutenzione ordinaria troviamo:

  • Riparazioni e rifiniture.
  • Miglioramento degli impianti già esistenti.
  • Rivestimenti interni ed esterni.
  • Lavori di manutenzione e pulizia di comignoli e grondaie.
  • Demolizione e ricostruzione intonaco.
  • Rinnovamento e sostituzione pavimenti.
  • Manutenzione impianti di riscaldamento e impianti a gas.
  • Manutenzione impianto elettrico e impianto idrico.

Manutenzione straordinaria: definizione

La manutenzione straordinaria, invece, prevede lavori di manutenzione dell’abitazione un po’ più impegnativi e invasivi, che vanno a modificare la struttura stessa.

Possiamo collocarla a metà strada tra quella ordinaria e dei veri e propri lavori di ristrutturazione edile.

Rientrano nella manutenzione straordinaria tutti i lavori che apportano un’innovazione consistente e significativa all’abitazione.

Tra i principali lavorano che fanno parte di questa categoria troviamo:

  • Sostituzione degli infissi, che abbiano forma o misura diversa dai precedenti.
  • Sostituzione dei sanitari e ristrutturazione dei servizi igienici.
  • Realizzazione di opere strutturali.
  • Sostituzione caldaia.
  • Rifacimento di scale, recinzioni, cancelli, muri di cinta.
  • Interventi strutturali.
  • Consolidamento strutturale e fondazioni.

Differenze ed esempi

Non sempre è semplice capire e trovare la differenza tra l’uno e l’altro, in quanto spesso la linea che separa i due tipi di lavoro è molto sottile. Possiamo provare a pensarla in questo modo: si parla di straordinario quando il lavoro porta un cambiamento concreto, una novità.

Ristrutturazione
Lavori in casa

Per capire al meglio la differenza tra manutenzione ordinaria e straordinaria possiamo prendere in esame alcuni esempi pratici.

L’esempio migliore è proprio quello degli infissi: sostituire una porta con una nuova, ma identica, è un lavoro di manutenzione ordinaria. Diventa, invece, straordinaria quando si cambia completamente l’aspetto dell’infisso, con una porta di altre dimensioni o forma, o, magari, con una vetrata scorrevole.

Un’ulteriore differenza è quella che dobbiamo fare con manutenzione straordinaria e ristrutturazione edile. Si entra, infatti, nell’ambito della ristrutturazione quando si modifica la struttura stessa dell’abitazione, aggiungendo, ad esempio, una piccola veranda oltre a cambiare la porta.

La SCIA

È importante capire la differenza e, qualora questa non dovesse essere chiara, un esperto del settore potrebbe sicuramente sanare ogni dubbio, soprattutto dal punto di vista legislativo.

Qualora dovessimo iniziare dei lavori di manutenzione straordinaria, infatti, dobbiamo aprire la SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività).

Con la SCIA è possibile eseguire lavori di manutenzione straordinaria, interventi di restauro e risanamento, interventi di ristrutturazione edilizia. Tuttavia, non è possibile modificare gli indici urbanistici, aumentare le volumetrie dell’edificio, mutare la destinazione d’uso del locale, modificare la categoria edilizia e la sagoma del fabbricato.

Conoscere la differenza è fondamentale per chiedere i permessi ma anche per avere la possibilità di accedere ad eventuali detrazioni.

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