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Author: Silvia Manelfi

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Vasca o doccia, si può cambiare?

Marzo 21, 2023by Silvia ManelfiInterni0

Costruire o ristrutturare un bagno è una questione più complessa di quanto si creda e richiede molte decisioni fondamentali. Tra tutte, la scelta tra vasca o doccia è una delle più importanti perché rimarrà invariata per diverso tempo. La soluzione dipende dallo spazio, dalle esigenze personali e, ovviamente, anche dal budget.

Dal canto suo la doccia è una scelta molto popolare per chi cerca la praticità, la velocità e l’efficienza. D’altro canto, la vasca offre il lusso del relax e del confort, aggiungendo poi uno spazio per lavare non solo le persone ma anche animali o piumoni. Ma è davvero così definitiva la scelta? Non proprio.

I fattori per scegliere

Per quanto la scelta tra vasca o doccia sia molto influenzata dalle preferenze personali, ci sono dei fattori oggettivi che non possono prescindere. Il primo tra tutti è ovviamente lo spazio disponibile nel bagno. In caso di un bagno piccolo è necessario ottimizzare tutto lo spazio disponibile. Una doccia è molto più versatile sotto questo aspetto, ma ci sono anche delle micro-vasche che potrebbero entrare comodamente in un angolo. Viceversa, in caso di un bagno grande, una doccia potrebbe riempire troppo poco.

vasca o doccia
Le vasche con misure personalizzate sono perfette anche per i bagni più piccoli

Secondariamente bisogna tener conto delle necessità della persona: in caso di difficoltà motorie una doccia è molto più semplice e sicura. Se si hanno problemi di equilibrio o si vive con persone anziane, infatti, una vasca può essere rischiosa in quanto richiede più movimenti. A meno di non optare per delle vasche con l’apertura a cancello, una doccia con pavimento antiscivolo e maniglioni di sicurezza potrebbe essere la soluzione migliore.

Per ultimo bisogna tenere conto anche dei costi. Ad oggi ci sono vasche adatte per tutte le tasche, ma tendenzialmente una doccia costa meno. Anche in termini di installazione, la scelta di una doccia può far risparmiare parecchio. D’altro canto, una vasca può aumentare il valore della casa, ma richiede anche più spreco d’acqua.

Vasca o doccia: quale scegliere

La doccia è la scelta più popolare al giorno d’oggi, ma ha anche una serie di lati negativi. Il primo vantaggio evidente è che entra ovunque, anche nei bagni più piccoli. Le dimensioni minime standard di un piatto doccia sono 70 x 70 cm, ma con delle realizzazioni su misura si può scendere anche sui 60 cm. Soluzioni come le docce in muratura possono far risparmiare davvero tanto spazio, ma devono essere comode per chi le usa. Per muoversi liberamente, infatti, potrebbe essere necessario non scendere sotto i 70 cm di larghezza e i 90 cm di lunghezza. A questi, inoltre, va aggiunto uno spazio laterale per permettere l’accesso e l’uso in modo confortevole.

D’altro canto, la vasca aggiunge aggiunge quel tocco di lusso all’ambiente e aumenta il valore della casa. La vasca da bagno, con la sua forma sinuosa e la possibilità di immergersi completamente, è spesso vista come un luogo di relax e benessere. Nonostante questo la vasca può essere pratica se, per esempio, si ha un animale domestico o un bambino piccolo. Oppure anche se si lavano spesso oggetti grandi come per esempio piumoni o abiti voluminosi. Le dimensioni minime di una doccia standard si aggirano attorno ai 70 x 160 cm, ma le soluzioni più piccole abbondano. Esistono infatti docce angolari o quadrate che sfiorano i 100 cm di lato.

vasca o doccia combinata
La vasca con doccia combinata potrebbe essere un’ottima soluzione

In tutto questo non scordiamoci poi la via di mezzo: una vasca con doccia combinata. In questo caso si ha tutta la flessibilità della doccia senza dover rinunciare ai momenti di relax.

Vasca o doccia: si può cambiare?

Ma che succede se in passato si è scelta la doccia e ora si vuole la vasca, o viceversa? È abbastanza comune voler tramutare una doccia in una vasca o una vasca in una doccia. Il procedimento non è difficile e neppure tanto lungo ma richiedere un primo sopralluogo per verificarne la fattibilità.

vasca o doccia pro e contro
Ristrutturare un bagno per cambiare la vasca con la doccia e viceversa è quasi sempre possibile

Da lì si dovrà rimuovere il piatto doccia o la vasca, individuare lo scarico, applicare la vasca o il piatto doccia e collegare il tutto al nuovo scarico. Questo è il caso migliore, perché in caso di docce in muratura dovranno essere considerati anche i lavori per abbattere o tirare su il muro, piastrellarlo e risistemare l’attacco al muro. La spesa di base non è altissima, ma si deve valutare il preventivo di caso in caso. Si tratta comunque di un’ottima soluzione se non si sa scegliere tra vasca o doccia… o se si vuole dare un aspetto nuovo al bagno.

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Bagno cieco come fare?

Febbraio 28, 2023by Silvia ManelfiInterni0

Molte volte la necessità di avere due bagni per il proprio appartamento richiede più di qualche compromesso. L’ottimizzazione degli spazi e la creazione di due toilette portano spesso la ristrutturazione verso un’unica soluzione: il bagno cieco. Che sia o meno di servizio, si tratta di un bagno che, a prescindere dalle sue dimensioni, non alcun tipo di finestra.

Attualmente la legge consente tranquillamente questo tipo di locali, tuttavia c’è da considerare che i bagni ciechi presentano alcune criticità. L’assenza di una finestra, anche piccola come un lucernario, porta al ristagno dell’umidità, il proliferare più facile di muffe e la presenza di cattivi odori. Inoltre, un ambiente del genere è anche più difficile da illuminare, senza luce naturale. Con qualche accorgimento, però, un bagno cieco può essere estremamente confortevole.

Quando è possibile fare un bagno cieco?

Se si tratta di una seconda toilette, è sempre possibile realizzare un bagno cieco a patto che il primo abbia almeno una finestra. Se invece parliamo del bagno principale, può essere cieco solo se l’appartamento è più piccolo di 70mq e ha unicamente una camera da letto. Queste specifiche sono richieste direttamente dal Decreto Ministeriale della Sanità del 5 luglio 1975 e risultano quindi nazionali. Le normative riguardo la grandezza minima di un bagno cieco, invece, cambiano a seconda del comune di appartenenza.

bagno cieco
Per sapere quale è la misura minima di un bagno cieco è bene far riferimento alle normative del proprio comune

Per poter creare un bagno cieco è inoltre sempre necessario dotarlo di un sistema di aspirazione forzata. Questo tipo di areazione può essere di due tipi: a ricambio continuo di almeno 6 volumi all’ora, oppure intermittente con ricambio di 12 volumi all’ora. Questi sono i sistemi più comuni di ventilazione, ai quali si aggiungono poi la ventilazione meccanica igroregolabile, che scatta in base al livello di umidità, o quella meccanica a due flussi.

Come risolvere il problema dell’umidità

La ventilazione forzata non serve solo per evitare il ristagno degli odori, ma anche dell’umidità che, se non smaltita, porta ad un proliferare di muffa. Per questo motivo è importantissimo non risparmiare sul sistema di ventilazione. Migliore sarà l’aspirazione meccanica, meno problemi di muffa ci saranno.

Anche con un buon sistema di ventilazione, però, il pericolo muffa non è necessariamente scongiurato. Per minimizzarlo il più possibile è bene pensare anche ad un sistema di isolamento, sia per i pavimenti che per i soffitti. In genere si utilizzano pannelli di polistirene estruso che garantiscono un’ottima impermeabilità, oltre ad essere molto facili da installare.

bagno cieco materiali
La scelta dei materiali per un bagno cieco è fondamentale

Infine, un’altra soluzione è quella di utilizzare rivestimenti appositi. Materiali idrorepellenti, come il gres porcellanato e la ceramica, sono sicuramente l’equilibrio perfetto per evitare muffe. Dove non è possibile installare le piastrelle, quindi mura o soffitto, si dovrebbe scegliere l’idropittura. Si tratta di tinte ad acqua che garantiscono elevati standard contro la condensa e la muffa.

Come illuminare ed arredare un bagno cieco

Passato lo scoglio della realizzazione del bagno cieco, bisogna pensare anche all’illuminazione e all’arredamento. Una ristrutturazione poco attenta potrebbe rendere la toilette non solo angusta ma anche poco utile. L’illuminazione è un punto fondamentale per un bagno, e quando non ci si può affidare a quella naturale, si deve prestare particolare cura. L’idea principale è quella di utilizzare un punto luce centrale sul soffitto ed uno secondario sul lavabo. Gli specchi con illuminazione integrata sono una soluzione perfetta, per esempio. Se il bagno è grande e ha diversi punti come la vasca o dei mobili, sarebbe bene installare dei led in grado di renderli meno scuri.

bagno cieco illuminazione
Gli specchi con luce integrata possono dare un tocco in più ad un bagno cieco

Per risaltare l’illuminazione è importante lavorare anche sull’arredamento. Un accomodamento ottimale è l’utilizzo di specchi ampi, in aggiunta a quello sopra al lavabo. Questo aiuta a raddoppiare i punti luci e ad ingrandire la stanza. Per quanto riguarda i mobili è meglio scegliere uno stile lineare e pulito, senza troppi angoli o rilievi. I colori più adeguati sono sicuramente quelli chiari e naturali: non necessariamente il bianco puro ma meglio puntare a nuance non troppo accese.

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Ristrutturazione domotica

Gennaio 28, 2023by Silvia ManelfiEdilizia0

La domotica non è solo una moda, è il connubio perfetto tra funzionalità ed high tech all’interno delle nostre case. La ristrutturazione domotica può sembrare ancora una questione di nicchia, ma non è così. Già da un po’ di tempo ha smesso di essere il futuro ed è diventata il comfort di tutti i giorni. I vantaggi che se ne possono trarre sono davvero molti e vanno dall’abitabilità al risparmio energetico, passando anche per una maggiore sicurezza e l’aumento del valore dell’immobile.

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Gli assistenti vocali collegati ad un sistema domotico wi-fi sono sicuramente gli esempi più comuni

Tra i dispositivi domotici, infatti, troviamo ovviamente la smart lightning (la gestione da remoto delle luci) e tutti gli assistenti vocali come Alexa. Ma anche climatizzazione e tapparelle gestiti da remoto, sistemi di allarme con sensori di movimento o telecamere, elettrodomestici smart e persino serrature biometriche. E ancora, tutta una serie di dispositivi che facilitano la vivibilità dell’abitazione.

Ma è sempre possibile passare da una casa normalissima ad una smart home? Sì, anche se la casa è piccola o è vecchia. L’importante è seguire i giusti accorgimenti.

Quali sono i vantaggi di una ristrutturazione domotica

Il primo, indubbio, vantaggio è la maggiore abitabilità. In una smart home qualsiasi aspetto quotidiano può essere controllato, avviato e gestito da remoto. In questa maniera le faccende non sono più subordinate alla presenza fisica, ma vengono portate avanti anche mentre si è a lavoro, o a fare shopping. Allo stesso tempo, pur rimanendo nella propria dimora, basta un semplice comando vocale o sul cellulare per controllare tutti i dispositivi, anche in stanze diverse.

Di pari passo va il secondo vantaggio: il risparmio energetico, con la relativa riduzione dei consumi in bolletta. In una casa intelligente in cui tutti i dispositivi sono collegativi, si può facilmente tenere sott’occhio tutti i consumi. Un elettrodomestico non del tutto funzionante o delle luci lasciate accese non saranno più un problema. Per la gestione quotidiana, inoltre, entra in campo l’impianto che provvede ad ottimizzare i consumi nei momenti di scarso o nullo utilizzo.

Il terzo pro è la maggiore sicurezza data dalla velocità di notifica dei sistemi di allarme. In una smart home tutte le notifiche arrivano in tempo reale e nel mentre vengono attivati dei piani come per esempio l’allarme sonoro o lo spegnimento di tutti i dispositivi. Sì, perché la sicurezza non è solo per le intrusioni, ma anche per eventuali fughe di gas, abbassamenti della qualità dell’aria o anche incendi.

ristrutturazione domotica telecamere di sicurezza
Le notifiche di un’intrusione arrivano in tempo reale, con la possibilità di monitorare cosa sta succedendo.

Tutto questo, ovviamente, porta anche ad un netto aumento del valore della casa sul mercato immobiliare. Una smart home viene valutata molto più positivamente, specialmente per chi cerca casa per la prima volta.

Case smart nuove o ristrutturazione domotica?

Non è necessario acquistare un immobile nuovo per avere una smart home. Tramite la ristrutturazione domotica è possibile affiancare un impianto domotico anche in case vecchie. Ovviamente l’ideale sarebbe avere la predisposizione di un impianto domotico già durante la realizzazione dell’abitazione, ma questo non significa che non è possibile aggiungerla in seguito.

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Tutta la casa a portata di mano, sempre

In caso di ristrutturazione domotica sarà importante adeguare il progetto di tutti gli impianti, provvedere al cablaggio delle prese di corrente ed aumentare i centralini elettrici. In alcuni casi è anche possibile trasformare l’impianto elettrico precedente in un impianto elettrico domotico, ma è importante capire quali devono essere le funzioni finali. È possibile eseguire le operazioni da soli, acquistando dei kit domotici ma le conoscenze richieste sono molte e così anche i lavori di muratura. Per questo tipo di impianti, quindi, è bene rivolgersi a dei professionisti sia per la pianificazione che per l’installazione.

L’alternativa meno dispendiosa e più facile da attuare in autonomia è quella di sfruttare la tecnologia domotica wifi. La domotica senza fili è sicuramente la scelta più veloce quando si parla di ristrutturazione domotica perché non va ad intervenire sugli impianti. Non essendo necessario posare cavi, non servono moltissimi lavori murari e si può raggiungere ogni angolo di casa.

Qualche accorgimento…

Anche se si sceglie una ristrutturazione domotica wi-fi è importante fare attenzione ad alcuni particolari. In primis la casa deve avere una connessione internet veloce e stabile, abbastanza da supportare tutti i dispositivi. Le pareti non devono essere troppo spesse, per evitare che ci siano interferenze nel wi-fi. Le prese della corrente devono essere disposte in maniera equilibrata in tutta casa, aumentandone il numero se necessario.

Un altro aspetto da tenere da conto è quello economico. Il costo di una ristrutturazione domotica con impianto dipende dai metri quadri, dalle predisposizioni e dalle funzioni. Per un impianto base potresti stimare circa l’1% del valore della casa, ma è una cifra indicativa. Considerando il risparmio successivo, ne vale sicuramente la pena!

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Pavimento riscaldato: pro e contro

Dicembre 30, 2022by Silvia ManelfiEdilizia0

Pavimento riscaldato, riscaldamento a pavimento o a pannelli radianti: l’alternativa ecologica ed economica ai tradizionali caloriferi. Perché sta andando così tanto di moda, specialmente nelle nuove costruzioni? In realtà si tratta di un sistema che era molto diffuso tra gli anni ’50 e ’70 ma che con le ultime tecnologie è stato reso molto più efficiente.

Un sistema del genere si adatta praticamente a tutti i pavimenti, anche se nella maggior parte dei casi servirà un massetto aggiuntivo per livellare la pavimentazione. Non solo abitazioni nuove o da ristrutturare ma anche capannoni, negozi o locali commerciali, garage e verande.Il concetto alla base è semplice: creare una rete di calore invisibile che riscaldi tutto l’ambiente, dal pavimento fino al soffitto, senza ingombri e senza disuguaglianze termiche.

Cos’è il pavimento riscaldato o riscaldamento a pavimento

Un impianto di riscaldamento a pavimento è un allestimento che permette il riscaldamento della casa grazie a dei pannelli radianti collocati sotto le piastrelle del pavimento. Il calore prodotto dai radianti viene diffuso in tutte le stanze per irraggiamento. Considerata la caratteristica del calore di salire verso l’alto, la diffusione risulta più omogenea rispetto ai sistemi di riscaldamento classici. I radiatori tradizionali, infatti, tendono a concentrare tutto il caldo nei pressi della fonte di calore, con il pavimento riscaldato invece l’aria calda raggiunge facilmente il soffitto.

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I radiatori classici richiedono una manutenzione ed una pulizia più frequenti

Per la produzione di calore i pannelli radianti possono contenere delle tubature con l’acqua riscaldata oppure delle resistenze elettriche. Nel primo caso si potrebbe optare per una pompa di calore, nel secondo per un impianto fotovoltaico. Per tutte e due le soluzioni, però, il consumo di energia è davvero contenuto.

Quali sono i pro del riscaldamento a pavimento

Il primo vantaggio, già citato, è l’uniformità del calore in tutto l’ambiente della stanza. Si tratta senza dubbio del pro più evidente, ma non è assolutamente il solo. La possibilità di lavorare a basse temperature permette di risparmiare energia, con un sconto interessante in bolletta. Se unito ad una pompa di calore, inoltre, il sistema funziona anche per il raffrescamento degli ambienti.

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Il sistema di riscaldamento a pavimento aumenta anche la vivibilità dello spazio, togliendo l’ingombro dei radiatori o dei climatizzatori

L’utilizzo di pannelli al di sotto del pavimento, poi, comporta tre notevoli vantaggi: la manutenzione è meno frequente, non ci sono impianti voluminosi sui muri, la polvere nell’aria è ridotta. Secondariamente, il pavimento è naturalmente riscaldato, il che significa poter camminare scalzi anche d’inverno!

Trattandosi di un impianto ad impatto ambientale ridotto, poi, concorre per i bonus fiscali riguardanti la costruzione e la ristrutturazione.

Quali sono gli svantaggi del pavimento riscaldato

Un pavimento riscaldato, ovviamente, non è tutto rose e fiori, specialmente per quanto riguarda la prima parte, quella dell’installazione. I metodi di riscaldamento più tradizionali sono largamente conosciuti: troverai facilmente esperti nel campo in gradi di soddisfare le tue esigenze. Per quanto riguarda il riscaldamento a pavimento, invece, i professionisti sono ancora relativamente pochi. Affidarsi a qualcuno che non è esperto, d’altro canto, è assolutamente sconsigliato vista la mole del lavoro.

Proprio perché si tratta di un lavoro non troppo diffuso e di una certa importanza, i costi d’installazione sono nettamente più alti di altri sistemi. Anche i tempi sono più lunghi e si potrebbe incappare in qualche errore di progettazione o posa. Per questo motivo è importante anche preventivare del tempo per il collaudo del sistema.

Pavimento riscaldato elettrico o con caldaia

Un sistema di riscaldamento a pavimento che fa uso di tubazioni necessita anche di una caldaia in grado di riscaldare l’acqua. In realtà le temperature dell’acqua sono molto più basse rispetto a quelle dell’acqua negli impianti tradizionali. Parliamo di un range tra 30 e 40°, a fronte dei classici 70°. Di solito, la caldaia consigliata è quella a condensazione perché permette un risparmio energetico, non inquina l’ambiente e ha anche un costo contenuto. Anche le pompe di calore possono essere una buona opzione. Meno interessanti sono, invece, le caldaie normali che ridurrebbero i vantaggi.

È anche possibile bypassare completamente la caldaia utilizzando un sistema di riscaldamento a pavimento elettrico. In quel caso, i pannelli radianti non prevedono tubature ma delle resistenze di qualche millimetro di spessore. La lunghezza, invece, sarà la stessa e andrà a coprire uniformemente tutto il pavimento.

La scelta tra uno e l’altro sistema dipende sostanzialmente dalla presenza delle caldaie, delle pompe di calore o di impianti fotovoltaici, ad esempio.

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